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2011, Anno zero per il nuovo settore: l’opinione di Luigi Ciocci

13 Dicembre 2010

Il prossimo anno sarà l’alba di un nuovo settore, che dovrà tenacemente combattere per vedere realizzati quegli obiettivi che la Legge di Stabilità pone a portata di mano.
Per i giovani gestori, mentalmente affrancati dalle logiche individualistiche del passato, la legge di stabilità realizza il sogno dell’albo del gestore, ovvero il primo viatico alla espulsione dei “furbi” dal mercato, intendendosi per “furbi” tutti coloro che contrabbandano la loro incapacità di osservare le regole del gioco lecito con l’ingiustizia delle stesse, e che per anni hanno voluto coalizzare i gestori contro i concessionari, facendo loro credere che possa esistere un gioco lecito al di fuori dell’istituto della concessione.

Il gestore onesto non è sopravvissuto alle avversità del mercato e al sistema del gioco lecito su concessione tramite artifici e raggiri, ma cambiando i processi aziendali e strutturando l’impresa secondo dei canoni che esaltassero le potenzialità di ricavo connesse alla tutela della legalità.
In tal modo il gestore “si è mantenuto il suo mercato”, e facendosi forte di un “suo” riconoscimento decretatogli proprio dal mercato, ha chiesto e ottenuto un albo professionale che renda giuridicamente tutelato  “un tipo di lavoro”, quello del “gestore a valle” del gioco lecito che rispetta regole e scadenze.

Per questa ragione sono nati e continuano a nascere i consorzi di gestori, le aggregazioni di aziende, le reti di imprese: sono tutti strumenti (alternativi alla espansione interna dell’azienda singola, che a volte non conviene neppure perseguire), tramite i quali “la gestione a valle” si tiene il mercato, offrendo a determinati concessionari servizi sempre più ottimizzanti le performance delle awp.
Perché “determinati” concessionari ? Ovvio: nelle partnership gli obiettivi devono essere comuni per poter essere realizzati, e solo con chi condivide certi metodi di lavoro (abiurandone i relativi opposti) si possono perseguire comuni strategie.
Il gestore, quello che non fa il “furbo”, ha bisogno di un concessionario che gli dia un supporto tecnico – amministrativo – giuridico che:
– azzeri i tempi morti delle procedure burocratiche,
– agevoli l’abbattimento dei costi grigi di filiera derivanti dai cattivi funzionamenti delle awp, e delle strumentazioni telematiche,
– agevoli il processo di bonifica della filiera verso un mercato alla ricerca di volumi e non di artifici per la trasformazione del PREU in valuta momentaneamente asservita al commercio.

Il gestore, oramai, non deve più fare politica di “retroguardia” (concessionario si, concessionario no), ma impresa, e le regole dell’impresa sono già scritte e nessuno può inventarne di nuove:  ecco perché il concessionario va scelto sulla base della compatibilità del servizio che mette a disposizione con i processi aziendali di quel gestore che “non ha tempo da perdere”, e non può permettersi “errori”.

Ringrazio AS.TRO per l’appoggio, la vicinanza, lo spazio mediatico che mette a disposizione dei propri iscritti, ai quali ritengo sia importante fare arrivare un messaggio di speranza, ma anche di ammonimento: per le imprese sane si sta aprendo un nuovo futuro, ma come il presente è stato conquistato con tanti sacrifici, così il futuro richiederà altrettanti sforzi per evitare che si torni indietro, ovvero a quel passato in cui “cos’è il mercato e come si deve lavorare” ce lo facevamo raccontare da personaggi superati e probabilmente non più in linea con i parametri della legge di stabilità.

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