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La grande 'bufala' del caso Verbania: il Sindaco anticipa la sentenza di risarcimento che ancora non esiste

10 Aprile 2012

Una grande e duplice svista o un ‘bluff’ del primo cittadino? Ai lettori l’ardua sentenza. Sta di fatto che il ‘caso Verbania’, di cui si è discusso enormemente durante le ultime settimane sia all’interno che all’esterno del comparto giochi, si è rivelata una notizia (al momento) infondata. In quanto i quotidiani nazionali e le televisioni hanno parlato di una sentenza del Tar che avrebbe condannato il Comune a risarcire una società di gestione, mentre invece la richiesta di risarcimento ancora deve conoscere la data della sua discussione in Tribunale. A smascherare l’inghippo e a portare chiarezza è stato il quotidiano online GiocoNews.it con un articolo di cui vi riportiamo traccia nel seguito.

Verbania e la ‘non notizia’ che fa notizia: la sentenza di risarcimento non esiste ma tutti ne parlano

Una enorme bufala. Una gaffe colossale. Una svista, forse, senza precedenti. Pare incredibile, ma tant’è. Forse perché si era un po’ tutti, tra la stampa nazionale, a caccia di una notizia d’effetto che screditasse ulteriormente (se mai ce ne fosse bisogno) il comparto del gioco pubblico. Supposizioni, queste, o mere congetture. Sta di fatto però che tutti i giornali, le televisioni, radio e media nazionali e non, negli ultimi giorni, non hanno fatto altre che parlare di una sentenza ritenuta (eventualmente, a ragione) ‘clamorosa’; peccato però che non esista. Complice, senza dubbio, un illustre collega come Gian Antonio Stella, che usciva, venerdì 23 marzo, sulla prima pagina del Corriere della Sera con un titolo senza dubbio interessante in un periodo come quello attuale dove i primi cittadini di molti Comuni hanno avviato vere e proprie crociate contro il settore: “Il Tar multa il sindaco anti slot-machine”.
Con tanto di sottotitolo altrettanto degno di attenzione: “Aveva ordinato che fossero spente al mattino, I giudici: ordinanza illegittima, sanzione da 1,3 milioni”. Da qui si è scatenato il dibattito pubblico su questa materia, con tanto di interviste al primo cittadino di Verbania, l’ex parlamentare Marco Zacchera, protagonista della vicenda. Peccato però che nessuno si sia preoccupato di verificare l’esistenza di tale discutibilissima pronuncia del Tar, la quale, infatti, non esiste. O, meglio, non ancora. Sì, perché la vicenda, che GiocoNews.it ha seguito e documentato fin da principio, è leggermente diversa e tutt’altro che conclusa.
E l’unica pronuncia del Tar Piemonte su questa delicatissima materia è quella ormai datata, risalente allo scorso maggio 2011, quando il Tribunale amministrativo di Torino annullava il regolamento comunale imposto dal sindaco di Verbania accogliendo il ricorso della società Euromatic. Decisione successivamente adottata anche dal Tribunale civile, il quale, lo scorso gennaio, disapplicava il regolamento comunale sulla “detenzione e funzionamento di apparecchi da gioco o da intrattenimento presso i pubblici esercizi, per la disciplina di sale giochi e trattenimenti musicali presso pubblici esercizi”, approvato con delibera del Consiglio Comunale di Verbania del 30 maggio 2005 n. 86.
A seguito di queste decisioni, poi, la stessa Euromatic decise di andare fino in fondo proponendo un’azione risarcitoria nei confronti dello stesso Comune per il danno creato imponendo lo stop delle slot machine, per via della conseguente mancata raccolta. Danno stimato per l’importo complessivo di 1,3 milioni di euro (che la società ha dichiarato di voler eventualmente devolvere a scopi di utilità sociale). Ebbene, tale azione risarcitoria è stata depositata (lo scorso 3 febbraio 2012) ma non è mai stata giudicata dal Tar Piemonte il quale, addirittura, deve ancora fissare la relativa udienza.
Nessuna condanna, dunque, per il Comune di Verbania. Almeno fino ad ora. Non solo: nelle motivazioni della società Euromatic per la richiesta del danno, semplicemente, si legge chiaramente che, di fronte al mancato appello della sentenza da parte del Sindaco, sembra evidente l’ammissione di colpa da parte del Comune e per tale ragione si chiedono i danni.
E se la svista dei media sul ‘caso Verbania’ è da ritenere colossale, lo è ancor più, probabilmente, quella del primo cittadino del Comune piemontese, il quale non avendo ricorso in appello dopo la vera pronuncia del Tar dello scorso maggio, avrebbe potenzialmente ammesso la propria colpa andando indirettamente a legittimare la richiesta risarcitoria. E chissà che non sia proprio la presa di coscienza di tale errore a far scattare l’allarme generale. I commenti del sindaco a Gioconews.it sulla richiesta di risarcimento sono stati lapidari: “Le sentenze non si commentano, ma si applicano”, diceva. E a ragione. Tesi ancor più vera per quanto riguarda la sentenze che non esistono, aggiungiamo noi. Ma Zacchera ha ribadito la propria posizione, in maniera chiara e concreta: La sentenza del Tar ha messo in evidenza che il Comune non aveva competenze in materia, bensì le aveva lo Stato. Quindi il comune non poteva fare un’azione di quel tipo. Ben altra cosa è la richiesta di risarcimento della società Euromatic, sulla quale faremo ricorso”. Quando la sentenza arriverà, appunto.
Ora, il tema vero della questione è uno: è accettabile e politicamente corretto che il sindaco non abbia la possibilità di intervenire sulla diffusione del gioco pubblico all’interno del territorio di propria competenza? Ma il tema, senza dubbio, è più che altro mirato al discorso delle sale vlt e delle nuove aperture – contro le quali si stanno scagliando i primi cittadini di mezza Penisola – piuttosto che per quanto riguarda gli orari di esercizio. Su questo occorrerebbe riflettere, a livello politico, evidentemente. E il fatto che il Corriere, grazie allo stesso Stella, abbia messo in risalto il paradosso normativo, è un bene. Per la cittadinanza ma anche per il comparto del gioco pubblico. Eppure il paradosso politico e legislativo non è capitato, ma è stato pensato, voluto e applicato dal Legislatore, che con la furia di introdurre le videolottery, in seguito all’emanazione del decreto ‘Pro Abruzzo’, ha pensato bene di superare ogni tipo di ostacolo a livello locale spodestando i sindaci dalla materia. E ora, ecco le conseguenze. Sarà giunto il momento di intervenire? In Parlamento, in questi giorni, stanno sollecitando un intervento da più parti. Staremo a vedere.
 

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