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Albo del gestore e legge di stabilità

15 Novembre 2010

Quando un Governo mantiene un impegno è sempre dato positivo, ma quando la promessa onorata costituisce il presupposto sul quale costruire il futuro di una intera categoria, allora il risultato politico della circostanza assume un rilievo notevole.
AS.TRO, nel documento depositato al tavolo istituzionale Associazioni – Amministrazione – Governo, ha formalizzato un concetto semplice, e tale linearità di ragionamento ha “evidentemente” pagato. Nell’atto più “strategico” che la rappresentanza dei gestori ha avuto l’occasione di porre in essere, si è evidenziato che il riconoscimento giuridico del gestore costituisce il presupposto fondante il persistente impegno degli “operatori a valle” a coadiuvare gli “operatori a monte” (i Concessionari) in termini di resa degli apparecchi, investimenti al sistema gioco lecito, contrasto all’illegalità.
Nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità, il Governo propone di incaricare AAMS alla costituzione e tenuta dell’albo dei soggetti che “operano sulle macchine”, dizione a-tecnica che riceverà il giusto “cesello formale” in sede di attuazione regolamentare. Un albo che sancisca che il concessionario può avvalersi solo di soggetti censiti e accreditati dall’Amministrazione, statuendo addirittura una sanzione per la violazione a tale “esclusiva”.
Prima dell’approvazione della Legge, è inutile approfondire commenti o analisi tecnico-giuridiche, ma un dato merita di essere evidenziato: prima della costituzione di Area Gioco e Intrattenimento di Confindustria s.i.t., il gestore ha sempre mantenuto la sua condizione di “fantasma” del settore, di anello della filiera privo di aggancio con la normativa, e ogni sforzo profuso dalle Associazioni per cambiare la situazione, non aveva mai “raggiunto” il cuore decisionale dell’Esecutivo.
Dalla costituzione dell’Area di Interesse, il Direttore Generale dell’Amministrazione ha “battuto” il tasto sulla necessità di collocare anche i gestori nell’alveo della normativa (sottraendoli a una “anarchia commerciale” incompatibile con la propensione “sistemica” del gioco lecito), iniziando un percorso di sollecitazione politica sin, dalla sua prima audizione alla Commissione Finanze della Camera.
Oggi si è al cospetto di uno spartiacque.
Il gestore che non rispetta le regole (ovvero che non ce la fa a osservarle) sarà cancellato dell’albo (o non riuscirà neppure a farvi primo accesso), e non sarà più “collocabile” sul mercato.
Il gestore che ha investito sulla sua crescita aziendale in termini (anche) di organizzazione funzionale al rispetto di tutte le normative, si ritroverà in una condizione di imprenditore privilegiato.
AS.TRO è stata molto criticata quando ha spronato i gestori a diventare industriali, ovvero imprese concettualmente diverse dal tradizionale gestore di apparecchi, ricevendo gli strali di chi rivendicava la “tradizionale” “identità” di comparto, fatta di sola “fatica nei bar e nei magazzini”, e di quotidiana “rincorsa” degli eventi.
Ora è agevole comprendere che AS.TRO ha fatto tutto ciò che poteva per “instradare” gli operatori su quella via che, poi, si è rivelata l’unica per accordare un futuro alla attività di gestione delle new slot, così come è di solare evidenza il “danno” che al comparto hanno arrecato tutti coloro che hanno, invece, incentivato il “noleggiatore” a porsi in termini antagonistici rispetto alle regole, all’Amministrazione, ai Concessionari, come se fosse veramente possibile l’esistenza di un “partito dei gestori” svincolato dal “sistema” del Gioco Pubblico, e ad esso contrapposto.
Di tempo ne rimane poco, ma è ancora possibile “svoltare pagina”, e AS.TRO si augura che molti gestori possano velocemente recuperare il tempo perso a difendere un modo di lavorare che il sistema non accetta più, iniziando il processo di conversione delle loro aziende in strutture industrializzate.
Stante le fibrillazioni politiche in corso, si auspica che la legge di stabilità possa essere approvata indipendentemente dalle oscillazioni della “maggioranza”, in onore ad un senso di responsabilità che anteponga la tutela dei fondamentali economici del Paese alle strategie di posizionamento degli schieramenti politici.

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