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Albo del gestore e concertazione istituzionale: la sfida di fine anno

6 Dicembre 2010

Chi sarà inserito nell’albo del gestore, sulla base di quali requisiti, e che cosa potrà comportare l’uscita dal pubblico registro degli operatori “sulle awp”.
Queste sono le risposte che il settore attende dall’Amministrazione, e che, preferibilmente, sarebbe opportuno elaborare attraverso un procedimento di rituale coinvolgimento della categoria.
Allo stato attuale esitono due modi di procedere per simili tipologie di circostanze.
Da un lato ideare una bozza istituzionale da sottoporre alle osservazioni delle rappresentanze di categoria, dall’altro lato, anticipare il confronto con le parti sociali per poi procedere alla progettazione degli articolati normativi.
I tempi stringenti e le idee molto chiare già rappresentate dai dirigenti dell’Amministrazione suggeriscono l’avvenuto privilegio accordato al primo modus operandi; per non restare “indietro”, pertanto, AS.TRO promuoverà quanto prima una piattaforma di valutazioni scritte nel contesto di Confindustria s.i.t., affinché si rafforzi quel “modello” di presentazione delle istanze del settore che ha ben funzionato nel contesto del tavolo istituzionale della redditività.

L’esperienza sin qui maturata, infatti, suggerisce di considerare il contenitore delle proposte (nel caso di specie l’Area Gioco di Confindustria s.i.t.) come elemento importante al pari del tenore delle proposte stesse. A ciò si aggiunge una riflessione “di sistema” che gli operatori devono far propria e comprendere.
Se la legge di stabilità interviene su

  • Lotta al gioco illegale;
  • Contingentamento (in senso migliorativo e comunque non restrittivo),
  • Norma sui 60 giorni di scollegamento (portandoli a 90),
  • Riconoscimento giuridico della categoria degli operatori sulle awp,

ciò significa che il Governo ha iniziato quell’inversione di tendenza tanto agognata, ovvero ha intrapreso un percorso di “tutela” del gioco lecito.

E’ questo il dato che caratterizza il presente da un passato in cui non si è potuto richiedere quasi nulla ad una politica ostaggio della “non conoscenza del settore”, e durante il quale l’attività di patrocinio della categoria poteva esprimersi nel solo confronto tecnico sulle questioni regolamentari attuative della Legge.

Ancora oggi, infatti, i non – cultori del settore invocano inasprimenti tributari sul PREU, nella convinzione che il gioco sia tassato meno degli altri comparti, mentre la realtà numerica rivela che il sistema del GIOCO LECITO è sottoposto ad una “complessiva pressione” di quasi il doppio rispetto all’impresa “comune”.
Il varo di questa “legge di stabilità” in un contesto di permanente presenza di tale diffusa “ignoranza” delle regole economiche e fiscali del settore, testimonia il raggiungimento del livello di vertice raggiunto dal GIOCO, finalmente impermeabile alle populistiche prese di posizione di quella politica che osteggia il gioco pubblico solo perché non riesce a insinuarsi nei suoi gangli vitali, contrabbandando come tutela delle fasce deboli quell’ostracismo nei confronti del gioco lecito il cui unico vero effetto è quello di “mantenere in vita” le attività criminali concorrenti al sistema pubblico.

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