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AS.TRO in audizione in Regione Sardegna: le dichiarazioni del Vicepresidente, Massimiliano Orlandini

31 Ottobre 2018

Rivedere le disposizioni sul “distanziometro” per elaborare un piano di prevenzione più efficace contro il gioco patologico. È la proposta dell’associazione degli operatori del gioco lecito As.Tro presentata stamane, nel corso dell’audizione presso la Sesta Commissione Consiliare della Regione Sardegna, al lavoro sul progetto di testo unificato sulle “Disposizioni in materia di disturbo da gioco d’azzardo”.

Nel corso dell’incontro, il vicepresidente di As.Tro e responsabile della Regione Sardegna, Massimiliano Orlandini, ha evidenziato le criticità relative all’applicazione delle distanze minime: secondo quanto prevede il testo, gli apparecchi da gioco non potranno essere collocati a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, strutture residenziali e luoghi di aggregazioni giovanili.

“I dati raccolti nelle regioni dove sono già in vigore norme simili, come il Piemonte, hanno dimostrato che limitando un solo segmento dell’offerta di gioco, la domanda si sposta verso apparecchi illegali – spiega Orlandini -. Gli spazi lasciati liberi dal gioco autorizzato dallo Stato sono stati occupati da prodotti illeciti, gestiti da persone o addirittura gruppi criminali che ovviamente non tengono conto dei regolamenti in materia. Senza dimenticare che dove l’offerta di slot è stata limitata, la raccolta ha cambiato direzione ed è andata verso altre tipologie di gioco”. Un pesante effetto collaterale che va evitato, secondo Orlandini, “con un atto di coraggio da parte della Regione Sardegna: ovvero, non seguire passivamente le linee guida delle prime leggi approvate dalle altre Regioni”.

Orlandini ha, quindi, ricordato le recenti ricerche scientifiche come il documento Eurispes e lo studio dell’Istituto superiore di Sanità (ISS), dove è emersa la scarsa efficacia del “distanziometro” nella prevenzione della ludopatia.

“È necessario tenere conto degli ultimi studi in materia di dipendenza da gioco, senza pregiudizi. L’approccio al problema della ludopatia va fatto con strumenti coraggiosi, innovativi ed efficaci, sia per salvaguardare i soggetti a rischio, sia per mantenere i livelli occupazionali e tutelare i lavoratori del settore, altro aspetto importantissimo”.

Durante l’audizione, As.Tro ha quindi proposto un modello diverso per il contrasto al gioco patologico: “L’innalzamento del livello qualitativo dei luoghi in cui si gioca e dell’offerta attraverso la formazione degli operatori dei punti di gioco e la sensibilizzazione dell’utenza, l’istituzione di un fondo per il welfare alimentato con una quota parte dei proventi provenienti dal gioco e l’elevazione della sicurezza del prodotto da gioco attraverso l’innovazione tecnologica”. Positiva la reazione della Commissione alle argomentazioni dell’associazione: “Ho trovato degli interlocutori attenti, molto sensibili alle problematiche ed eccezioni sollevate, che al termine dell’incontro ci hanno ringraziati per l’apporto fornito ai lavori”, conclude Orlandini.

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