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AS.TRO replica a ‘Il Fatto Quotidiano’: “Nessun regalo alle slot, solo rimborsi dovuti”

5 Giugno 2012

A pagina 5 de “Il Fatto Quotidiano” di sabato 2 giorni, è stato pubblicato un articolo a firma Marco Lillo, contenente gravi e macroscopiche inesattezza in ordine al settore delle slot, ed in particolare sui profili attinenti lo storno Preu, e la restituzione ai concessionari del deposito cauzionale incamerato dall’Amministrazione a garanzia del raggiungimento dei livelli di servizio da parte dei Concessionari stessi.
L’articolo in parola va censurato per 3 motivi che di seguito si elencano:
1.      In ordine al profilo dello storno Preu, l’editoriale descrive erroneamente l’istituto come “premio fiscale” ingiustificato e irragionevole per chi “ha già guadagnato tanto in questi anni grazie al boom del gioco mentre le conseguenze negative sul piano sociale ricadono sulla società”.
Sul punto, poi, si segnala la singolare citazione di un fantomatico comunicato entusiastico di AS.TRO apparso il 21 maggio 2012, che altro non faceva, invece, se non comunicare sul proprio sito, in forma didascalica e senza commenti, l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto AAMS in materia, atteso dal settore da diverse settimane (si allega il comunicato). AS.TRO ha sede a Bologna e di entusiasmo in quel giorno non se ne trovava traccia, seppure, per spirito di servizio, l’Associazione non ometteva anche in tal giorno di fornire un servizio di doverosa e asettica documentazione agli iscritti. Probabilmente la testata accumuna le realtà associative secondo semplicistiche logiche, e tutto il mondo del gioco lecito secondo unitarie visioni negative, ma la realtà di Bologna non merita e non accetta di essere coinvolta in scenari di cinismo e insensibilità che non le appartengono.
La lettura delle norme di cui l’autore prospetta conoscenza, poi, è già sufficiente per smentire l’assunto di partenza dell’articolo, rivelando una diversa realtà.
Il prelievo erariale unico è disciplinato secondo un complesso sistema che sottopone la raccolta di gioco (ovvero l’acquisto di partite e non il fatturato dell’impresa) ad una tassazione elevata in forma di aliquota provvisoriamente applicata e riscossa in corso di anno (12,6%, a seguito dell’innalzamento della precedente aliquota fissa del 12%, giustificata per ragioni di finanziamento di CONI e UNIRE), poi rettificata ex post a seguito dell’effettivo riscontro dei volumi di gettito. Se è vero, pertanto, che più aumenta la raccolta più aumenta lo storno nell’anno successivo, è altresì vero che l’aliquota è sempre stata superiore, nel triennio, al 12%, assestandosi quindi su uno standard medio di prelievo superiore al 50% rispetto al netwin (Raccolta di gioco – 75,4% DI PAYOUT = 24,6% di netwin). Sfugge alla comprensione di chi fa impresa l’assunto in virtù del quale dovrebbe costituire “regalia o bonus”, un meccanismo di calcolo della tassa sull’attività (che si somma poi alla ordinaria imposizione del reddito aziendale) che comporta un aumento di carico una esposizione finanziaria per l’anticipazione di importi.
2.      In ordine all’importo dovuto da AAMS ai Concessionari, il c.d. “tesoretto di 223 milioni”, collegato al raggiungimento dei livelli di servizio da parte dei convenzionati, l’articolo erroneamente prospetta tale importo come “singolare” compenso riconosciuto in ragione dello 0,5% del volume di raccolta, per il mero adempimento dei loro doveri da parte dei concessionari. L’analisi normativa dei decreti AAMS in materia smentisce l’assunto fazioso e rivela:
a)      Che i concessionari versano ad AAMS in corso d’anno lo 0,5% a titolo di deposito cauzionale, a garanzia dell’Amministrazione.
b)      Che i concessionari sono sottoposti a costanti oneri di investimento infrastrutturale e tecnologico della rete, a seguito dei quali, e solo a riscontro di efficacia dei medesimi, hanno accesso alla restituzione della cauzione versata nell’anno precedente, in ragione dei livelli qualitativi raggiunti dal loro servizio di connessione.
Sfugge, pertanto, alla normale comprensione di chi è privo di faziosità, la ragione per la quale tale sistema non debba essere considerato come positiva prassi a tutela dello Stato, e come oneroso impegno da parte dei Concessionari, ai quali viene imposto nel medesimo anno l’esborso per gli investimenti su una rete di pubblica proprietà, e il versamento della cauzione, restituita l’anno dopo ma solo in ragione del successivo riscontro di qualità del servizio.
3.      Quanto all’inelegante raffronto tra eventi sismici, si rimarca quanto segue: “grazie” al terremoto in Abruzzo gli operatori del gioco lecito non hanno ottenuto nessun “via libera alle videolottery”, bensì un “atto istituzionale di precetto” a mettere in campo un sistema di gioco oneroso – antieconomico – totalmente rimesso a tecnologia straniera (per via dei ristretti tempi di allestimento imposti dal decreto di individuazione delle risorse). Il gioco lecito ha “dato” con la causale Abruzzo il 25% in più di quello che era stato chiesto al medesimo, ma ovviamente non può monitorare il percorso di utilizzo delle risorse, che invece risulta essere prioritaria attività del giornalismo di inchiesta serio e ideologicamente libero da condizionamenti.
Nell’auspicio che  la testata invitata formalmente al recepimento della rettifica voglia epurare le notizie da valutazioni personali sempre ammesse, purché non prospettate in termini di assoluta verità, si rinnova la richiesta di integrale recepimento della presente nota.
SI ALLEGA COMUNICATO AS.TRO DEL 21 MAGGIO 2012.
Storno PREU: l’attesa è finita, ecco il decreto Aams sull’aliquota 2011 per le new slot
21 maggio 2012 di Ufficio Stampa in Normativa
Dopo settimane di attesa, arriva il decreto ufficiale dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato relativo al Prelievo erariale unico per il 2011 per le new slot dovuto allo scaglione. In particolare, recita l’articolo 1 del decreto – a sigla del Direttore dei giochi Antonio Tagliaferri – “Sull’incremento della raccolta rilevata per l’anno 2011 ( € 29.729.195.804,33) rispetto a quella per l’anno 2008 (€ 21.465.761.265,97), pari ad € 8.253.434.538,36, sono applicati gli scaglioni di cui al citato decreto legge 29 novembre 2008 n. 185”.
“Per effetto di quanto previsto al comma 1 – aggiunge il successivo punto 2 dello stesso articolo – e ferma restando l’aliquota del 12,60% sulla parte di raccolta fino all’ammontare rilevato nel 2008, l’importo su cui applicare le percentuali relative ai singoli scaglioni è evidenziato nella tabella allegata”.
L’Articolo 2 recita invece come segue:
1. Per effetto di quanto previsto dall’articolo 1 il Preu dovuto complessivamente dai concessionari, derivante dal totale delle somme dovute a titolo di imposta secondo i relativi scaglioni, sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6a) del T.U.L.P.S. è pari ad € 3.612.808.622,48 (euro tremiliardi seicentododicimilioni ottocentoottomila seicentoventidue/48).
2. L’aliquota media da applicare alla raccolta di ogni concessionario è pari al 12,1524%.
SCARICA IL DECRETO AAMS SUL PREU 2011

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