Skip to main content
Logo Confindustria
Know your limit. Play within it.

AS.TRO risponde al Presidente ACMI Riccardo Chionna: "Gestori, produttori e il futuro del comparto: la vera sfida è nell'innovazione tecnologica”

23 Marzo 2011

Con estrema gioia e soddisfazione accolgo le parole recentemente diffuse dal Presidente Acmi tramite il sito dell’associazione dei costruttori, verso le quali esprimo vicinanza di pensiero, pur nella peculiarità dell’angolo di osservazione del settore che caratterizza AS.TRO, ovvero l’azienda di gestione.

Il vittimismo, si sa, è una spiacevole caratterizzazione degli operatori del comparto, e nonostante sia comprovato come non abbia mai portato a nulla (nel senso che, statisticamente, nessuno si è mai impietosito al cospetto di tale piagnisteo), ha recentemente assunto anche la veste di movimento per i “diritti umani” del comparto, cercando di far passare l’idea che i “gestori in rosso” e i “costruttori che non vendono” siano paragonabili ai profughi dai Paesi in Guerra.

Ben venga, quindi, una voce che affianchi AS.TRO nell’invocare il ritorno alla “imprenditorialità”, ovvero al dovere di chi rischia in una azienda di lavorare per il domani e di trovare le soluzioni che gli consentano un valido futuro, senza invocare un presunto diritto naturale di “scassettare a vita” o di vendere prodotti che non hanno più richiesta sul mercato.

Ai costruttori iscritti ad AS.TRO, l’Associazione ha da tempo indicato un potenziale nuovo mercato da “andarsi a prendere”, senza bisogno di attendere “celesti” modifiche normative, ovvero non quello del prodotto nuovo, ma del prodotto concepito in modo nuovo, con l’innovazione e la tecnologia che gli consenta di presentarsi con il marchio dell’eccellenza made in Italy.

E già! La differenza fra il “fatturato in Italia” ed il “made in Italy” è proprio questa, visto che tutto il mondo riconosce il nostro marchio di origine garantita solo a quei prodotti che dell’Italianità possiedano il requisito dell’eccellenza e di quella straordinaria inventiva che consente al frutto dell’industria italiana di proporsi con caratteristiche di qualità che altrove possono solo essere imitate ma non eguagliate.

Il richiamo che il Presidente ACMI ha formulato circa il recente successo imprenditoriale che alcune imprese straniere stanno realizzando, proprio sul fronte di quelle awp che molti produttori italiani fanno oggi fatica a vendere, va pertanto apprezzato e compreso sino in fondo.

In esso vi è il chiaro monito all’industria italiana di comparto a concepire il proprio lavoro con il talento del made in Italy, abbandonando l’idea che senza certe qualità si possa invocare una tutela particolare della mera origine del prodotto.

Corretti e pregevoli, infine, sono gli appelli a non considerare l’innovazione tecnologica come una catastrofe naturale di divina provenienza e dalle finalità di castigo.

Le VLT sono state introdotte con un sisma, ma le piattaforme di gioco da remoto hanno decennale vita nel panorama tecnologico internazionale del gioco a premio, e prima o poi avrebbero fatto ingresso in tutti quei mercati in cui il software “residente” nel congegno si sarebbe rivelato aggredibile da manomissioni, esattamente come è successo in Italia. Giova ricordare, infatti, che indipendentemente dal terremoto dell’estate del 2009, la Legge Comunitaria licenziata in Commissione nel settembre 2008 già prevedeva la scomparsa delle slot in favore delle VLT per ragioni di tutela della Legalità, secondo un assunto che ancora oggi non è stato abbandonato, ovvero quello secondo il quale più sono presenti esigenze di sicurezza, più si sprona la tecnologia a intervenire sull’esistente.

Anche i gestori, sicuramente, sono coinvolti dal processo di innovazione, ma la loro condizione non è paragonabile a quella dei costruttori, ai quali comunque si esprime gratitudine per le manifestazioni di intento, volte a considerarli oggetto di salvaguardia e attenzione da parte del segmento distributivo. I gestori, ovviamente quelli di una certa tipologia (cui AS.TRO abbina la connotazione imprenditoriale più rigorosa), non se la passano, poi, così male, andando incontro ad un triplice ordine di traguardi “di categoria”: lo storno PREU, il riconoscimento giuridico, e, in tanti casi, la possibilità di sfruttare la propria imprenditorialità in termini di co-gestione del business delle VLT.

Sicuramente i gestori hanno avuto momenti terribili, come quelli in cui sono stati costretti a indebitarsi per sostituire forzatamente il loro parco macchine in un contesto distributivo in cui l’acquirente risultava – a dir poco – soggiogato e vessato da prezzi dei prodotti di gran lunga superiori rispetto alla qualità intrinseca degli stessi, e comunque concepiti per un rapido arricchimento di segmento. In quei frangenti non si sono registrate vicinanze tra produttori e gestori, i primi “obbligati” a vendere e i secondi “obbligati” a comprare (e per giunta alla svelta e senza possibilità di trattativa).

Oggi, forse, è il gestore che può salvare il produttore, riscoprendo le potenzialità operative della filiera orizzontale, ma a ciò non si perviene attraverso l’assunzione di patrocinio, ma attraverso l’accettazione congiunta della sfida tecnologica.

La tecnologia ha un solo grande difetto: non la si può fermare, e non guarda in faccia a nessuno, nel senso che non si preoccupa (nel suo avanzare) di quante rendite di posizione o aspettative di lavoro potrebbe mettere in discussione introducendo soluzioni innovative. D’altro canto, se tempestivamente “gestita e affrontata”, consente di costruire un futuro che non sia solo “domanda e offerta”.

Questo è il concetto che la Commissione AS.TRO Innovazione e Tecnologia, composta da costruttori e gestori, ha posto al centro della sua “mission”, ovvero una assunzione di maturità che rifiuti l’idea che una rappresentanza di categoria si debba opporre o frapporre all’innovazione, solo per salvaguardare l’esistente.

Sul fronte delle c.d. mini-VLT, maxi – VLT, medie VLT, ritengo lodevole l’approccio del rifiuto dell’allarmismo, purché si colga l’occasione per porre al centro del cammino lo studio della tecnologia e dell’innovazione, affinché il settore si trovi pronto a gestire l’evoluzione del gioco lecito tramite le sue conoscenze e i suoi studi. L’alibi del terremoto regge emotivamente, ma domani l’innovazione non avrà bisogno di certe manifestazioni per imporsi, e sarebbe veramente troppo grave ritrovarsi un’altra volta al cospetto di un futuro la cui tecnologia di gestione non fosse già stata studiata.

Oggi, ad esempio, esiste una priorità che le nostre attuali slot sono chiamate a risolvere: come spiegare ad Amministratori Locali e opinione pubblica di essere in grado di tutelare i Minori. Senza una pronta risposta a questa impellenza mezza Italia rischia di ritrovarsi con le slot per il gioco lecito spente per i 2/3 della giornata e i videopoker illegali in pieno regime di esercizio.

La Commissione AS.TRO Innovazione e Tecnologia, ha predisposto uno studio tecnico, realizzato anche tramite assimilazioni e comparazioni delle esperienze di altri Paesi, grazie al quale all’Amministrazione Finanziaria avrà a disposizione una risposta a questo problema, ovvero un sistema di riconoscimento del giocatore che impedisca al minore di giocare alle slot.

Oggi l’emergenza da affrontare è questa, e da domani si affronterà il tema di come consentire ad un gestore di continuare la sua attività di fornitore di servizi terrestri ai Concessionari di Gioco Pubblico, anche in uno scenario di mutate caratteristiche della raccolta di gioco.

E’ evidente, tuttavia, che la soluzione c’è, ed è proprio la tecnologia a fornire gli anticorpi di se stessa: se
l’industria della progettazione e della costruzione affiancherà quella categoria di gestori che hanno capito come restare sul mercato, fornendogli gli strumenti necessari a farlo, allora saremmo al cospetto di un sistema “made in Italy” che potrà proporsi come autentica eccellenza.

I NOSTRI PARTNER

Logo snaitech
Logo Astro
Logo codere
Logo ASTRO