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AS.TRO SU OSSERVATORIO NAZIONALE GAP: “UN’ALTRA OCCASIONE PERSA”

12 Settembre 2024

La ricostituzione, da parte del Ministero della Salute, dell’Osservatorio per il contrasto al gioco patologico poteva rappresentare un’occasione per consentire a questo organismo di svolgere realmente le funzioni che è teoricamente chiamato a perseguire, in particolare quelle di monitorare la dipendenza dal gioco d’azzardo, l’efficacia delle azioni di cura e di prevenzione intraprese, aggiornare, sulla base delle evidenze scientifiche, le linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da dipendenza da Gioco d’azzardo patologico.

Abbiamo, infatti, sempre ritenuto che, per l’assolvimento di questi compiti, non si possa prescindere, oltre che dell’apporto del mondo medico- scientifico e degli enti di ricerca (pubblici e privati), anche di quello delle associazioni rappresentative degli operatori del gioco lecito, le quali, giova ricordarlo, svolgono, per conto dello Stato, l’offerta di gioco lecito sul territorio e, in tale veste, sono depositarie di un bagaglio di esperienza diretta “sul campo”, la cui conoscenza, da parte degli altri soggetti impegnati sul tema delle dipendenze, è fondamentale per qualsiasi analisi completa del fenomeno e per la pianificazione di strategie efficaci.

Ancora una volta, invece, ci troviamo di fronte ad un organismo che, pur gravitando in orbita governativa, ha le sembianze di un comitato per lo smantellamento del gioco pubblico legale.

Infatti, le svariate associazioni che lo compongono, lungi dal presentare competenze specifiche su quelli che dovrebbero essere i compiti di questo organismo, si distinguono per essere la prima linea di quel movimento di opinione che ritiene che la soluzione per prevenire la dipendenza da gioco sia quella di tornare all’epoca del proibizionismo. Un obiettivo per cui, anziché costituire un comitato proibizionista (eufemisticamente denominato “Osservatorio”) all’interno del Ministero della Salute, sarebbe sufficiente portare direttamente all’esame del Parlamento una proposta per l’abolizione del gioco legale.

Ci appare, infatti, contraddittorio tenere in vita un settore che garantisce rilevanti risorse per le casse dello Stato (risorse altrimenti appannaggio delle organizzazioni criminali) e, al contempo, costituire un Osservatorio che, vista la sua composizione, è lecito presumere che dedicherà la propria azione alla pianificazione di strategie per provocare la morte per consunzione delle imprese che, per conto dello Stato, svolgono l’offerta di gioco lecito, e, utilizzando questo metodo surrettizio, minare alla radice l’esistenza stessa del sistema del gioco pubblico legale.

Si è persa quindi un’altra occasione per affrontare il tema della dipendenza da gioco con un approccio laico, pragmatico e costruttivo, privo di connotazioni ideologiche.

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