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ASTRO: IL RUOLO DEI PREPOSTI DI SALA QUALE PRESIDIO DI LEGALITA’

19 Maggio 2023

Proprio ieri mattina abbiamo appreso, leggendo un articolo pubblicato sul quotidiano Ciociaria Oggi, di una sala di Alatri (FR) a cui è stata revocata la licenza a seguito dell’accertamento, ad opera della divisione amministrativa della Questura di Frosinone, dell’assenza, al suo interno, sia del titolare della licenza che del preposto autorizzato a norma di legge.

Risulta inoltre accertato che l’accesso degli avventori veniva consentito mediante l’utilizzo di un videocitofono a cui seguiva l’apertura da remoto della porta di ingresso del locale.

Di situazioni analoghe abbiamo già avuto diverse segnalazioni: non si tratta quindi di un caso isolato ma di un fenomeno che si sta purtroppo diffondendo nel nostro settore.

Ricordiamo che l’art. 8 del TULPS stabilisce che <<le autorizzazioni di polizia sono personali: non possono in alcun modo essere trasmesse né dar luogo a rapporti di rappresentanza, salvi i casi espressamente preveduti dalla legge. Nei casi in cui è consentita la rappresentanza nell’esercizio di una autorizzazione di polizia, il rappresentante deve possedere i requisiti necessari per conseguire l’autorizzazione e ottenere la approvazione dell’autorità di pubblica sicurezza che ha concesso l’autorizzazione>>.

Ne consegue che all’interno dell’esercizio deve sempre essere presente il titolare della licenza o il soggetto da lui appositamente delegato, il cui ruolo di rappresentanza del titolare della licenza sia stato approvato dalla Questura.

La giurisprudenza esclude l’applicabilità della sanzione soltanto nel caso in cui l’assenza del titolare o del soggetto munito dei poteri di rappresentanza abbia carattere momentaneo. Quindi, in caso di assenza temporanea giustificata da esigenze comuni, la sala può momentaneamente essere gestita da un dipendente.

Fenomeni come quelli sopra descritti, oltre a rappresentare una palese violazione della legge, costituiscono, di per sé, un disvalore, in quanto tradiscono lo spirito che dovrebbe ispirare una sana coesistenza tra il nostro settore e gli interessi sociali, meritevoli di salvaguardia, con cui, se non correttamente gestito, può entrare in conflitto. Si tratta infatti di fenomeni che determinano lo scivolamento del settore verso pratiche che contrastano con l’esigenza tutela del giocatore e, in particolar modo, dei soggetti minori di età, facendo venir meno quel ruolo di “presidio di legalità” di cui, tutti coloro che operano nel sistema del gioco pubblico legale, dovrebbero sentirsi orgogliosamente artefici.

I “preposti di sala”, essendo i soggetti che più direttamente si interfacciano con i giocatori, rappresentano infatti il primo presidio di legalità contro le possibili degenerazioni del sistema del gioco pubblico legale.

Inoltre, condotte come quelle descritte nell’articolo minano la leale concorrenza tra gli operatori del gioco, a scapito degli imprenditori che rispettano le regole, sopportandone i relativi costi anche in termini di minori profitti.

ASTRO ha sempre ritenuto di fondamentale importanza il ruolo, all’interno delle sale dedicate, di personale specializzato e adeguatamente formato, essendo, peraltro, da tempo impegnata nel mettere a disposizione degli enti accreditati i propri consulenti per tenere le lezioni nell’ambito dei corsi di formazione che i preposti di sala sono tenuti a frequentare.

La presenza del personale specializzato e responsabilizzato è, infatti, fondamentale per garantire un’ordinata frequentazione delle sale nel rispetto delle regole (ad esempio il divieto di ingresso dei minori) ma l’auspicio è anche quello di rendere i preposti sempre più formati ai fini dell’individuazione dei giocatori a rischio di dipendenza e dell’utilizzo di pratiche dissuasive nei loro confronti. A tal proposito, una proposta che portiamo avanti da tempo è quella di consentire ai titolari e ai preposti di sala di poter allontanare i giocatori che presentano sintomi evidenti di dipendenza (in analogia con il vigente divieto di somministrare bevande alcoliche ai soggetti in evidente stato di ubriachezza).

La politica di ASTRO, pienamente condivisa dai propri associati, è stata sempre ispirata dalla consapevolezza delle implicazioni correlate al fatto che gestiamo un “prodotto” sensibile. Se coloro che operano nel comparto del gioco lecito mostrano invece, attraverso condotte come quelle descritte nell’articolo, di non tener conto della sensibilità del prodotto che offrono sul mercato, tradiscono la stessa ragion d’essere di un sistema di gioco pubblico legale e offrono argomenti ai nostri detrattori.

Invito, quindi, i nostri iscritti a segnalarci la presenza di fenomeni come quelli in argomento, al fine di renderne edotte le autorità competenti.

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