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Blitz “anti-totem” a Bolzano: primo passo verso la tutela della Legalità

28 Settembre 2016

In merito alla recente operazione, condotta congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dalla Questura sul territorio di Bolzano, non si conoscono dettagli “tecnico-giuridici” in grado di approfondire la celebre questione dei “totem”, che, per alcuni, sono “apparati per la vendita on line di servizi” tutelati da norme ‘supreme’ e che, per altri, invece, coincidono con gli innovati “precetti” dell’articolo 110 TULPS.

Esaminando i resoconti stampa sull’accaduto (e col relativo beneficio di inventario), si evince tuttavia una “novità” rispetto alle casistiche dei sequestri di totem precedentemente censite.

Ci si riferisce, in particolare, alla presenza del sequestro patrimoniale disposto sui beni dei soggetti ritenuti responsabili delle violazioni accertate (non si sa se penali o amministrative e, soprattutto, non si sa se penali-tributarie, o penali e relative all’articolo 718 c.p. s.s.).

Il punto di partenza “logico” che trapela, sembra essere “di stringente linearità”: indipendentemente da “cosa sono” quegli apparecchi, i medesimi generano dei “ricavi” che nessuno si è “premunito” di contabilizzare fiscalmente, ciò generando evasione fiscale, fenomeno suscettibile di una progressione di anti-giuridicità che va dall’amministrativo al penale, a seconda degli importi raggiunti.

La “via semplice” ha quindi consentito di aggredire i beni dei soggetti o società ritenute coinvolte, in quanto l’evasione fiscale (sia la piccola che la grande) legittima misure cautelari di tipo patrimoniale a tutela della riscossione delle somme di spettanza pubblica.

Inutile sottolineare l’importanza di “questa evoluzione” nel percorso di contrasto al gioco (ritenuto) illegale, idonea di per sé a sconfessare alcune radicate credenze, in virtù delle quali “il rischio di sequestri e sanzioni” è sempre compensato dal lucro “medio tempore” realizzato con il prodotto (difendibile o meno che sia il prodotto stesso).

Laddove intervenga il sequestro “dei tuoi beni immobili e mobili (e quindi anche conti correnti), “il livello” di rischio non diventa più compatibile con nessuna realtà di tipo aziendale, e si manifesta “appannaggio” delle sole entità clandestine votate alla “pura” illegalità.

Un messaggio “forte” che relega le alchimie legali in secondo piano, e che finalmente mette al cospetto di una scelta: chi intraprende questa scelta di prodotto “si scorda l’azienda”, e deve prepararsi a vivere da “inseguito”, col rischio di non riuscire nemmeno a spendere i denari che dovesse riuscire a procacciarsi.

Il ringraziamento che si rivolge nei confronti dell’operato delle Forze dell’Ordine è pertanto “immenso”, in quanto ad esso, in una fase così complessa per il gioco lecito, si poggia la tutela delle aziende che si ostinano a credere nella legalità e, per la precisione, della legalità che sia certificata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

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