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Clausole di garanzia per il prodotto: prima di ideare una nuova slot, cambiamo il modo di acquistare gli attuali congegni

15 Luglio 2010

L’impegno di AS.TRO a distinguersi positivamente e a promuovere i valori di una sana imprenditoria è noto, così come è risaputa la sensibilità dell’Associazione degli Operatori del gioco lecito a dialogare con le Municipalità, per affermare la cultura della legalità e la responsabilizzazione dell’utenza del gioco. Sul solco dell’azione associativa, pertanto, si innesta il varo del COMITATO DI PRESIDENZA, ovvero dell’Organismo di ulteriore rilancio di AS.TRO, rappresentativo di un attivismo di “gestori” che intendono scendere in campo da “gestori”, incominciando dal primo punto fermo del proprio lavoro: la slot per il gioco lecito. 
Con apprezzamento e interesse si sono pertanto udite e vagliate (e per certi versi molto apprezzate per intrinseco pregio) le articolate proposte che le varie realtà del panorama associativo hanno ideato per migliorare le performance del prodotto – slot; tuttavia si deve ritenere che l’attuale priorità sia quella concepire un nuovo modo di “fare” e “vendere” (e quindi anche di acquistare) il congegno che già c’è, prima ancora di idearne uno innovativo (si, forse), ma distribuito con logiche non più accettabili, benché sino ad ora legittimate commercialmente dal mercato. La questione dell’avvio delle VLT e della conseguente necessità di avere subito una slot che “a stretto giro” ne possa emulare gli accattivanti parametri di esercizio è mal posta, perché dimentica che gli attuali congegni già incassano parecchio, benché su un “tempo” medio di stazionamento al gioco troppo ridotto con conseguenti ripercussioni a livello di impatto sociale. Nessuna slot da intrattenimento potrà mai reggere il confronto “sulla carta” con una VLT, ma “sul campo”, si potrà verificare quali correttivi saranno opportuni per attualizzare una buona performance – media delle AWP coesistenti sul mercato con le VLT. Non credo che al gestore serva un’altra AWP-BOMBA che incassi “l’ira del Signore” se dopo qualche mese si ritrova “sotto” di migliaia di euro. Personalmente non sono tra quei gestori che ha mai attribuito al singolo vizio di un prodotto la colpa di un danno all’azienda, preferendo di gran lunga responsabilizzarmi e rendermi consapevole che con maggiore attenzione si poteva evitare qualche inconveniente. A maggior ragione oggi non avrebbe più senso entrare in polemiche inflazionate, ritenendo doveroso proporre ai miei amici e colleghi del settore una riflessione pacata, e senza pretese di “insegnare” niente a nessuno. A mio avviso, il gestore “medio” ha rincorso un prodotto a basso costo in quanto consapevole del fatto che qualsiasi “inconveniente” sarebbe stato a suo carico sempre e comunque, unitamente al fatto che anche il più bel “titolo” sarebbe comunque stato superato (tempo qualche mese, e a volte settimane) da una versione con qualche attrattiva in più, inflazionando così il concetto (e il valore) della “macchina”, declassandolo a quello di scheda. Le tensioni finanziarie dei normali “noleggi”, poi, non hanno consentito “ai più”, di andare tanto per il sottile, e così il gestore è diventato ostaggio di un mercato in cui non era più “lui” a fare la domanda, recitando spesso la parte di “forzato” destinatario dell’offerta.Oggi c’è la possibilità di cambiare le dinamiche del mercato, senza avere la “spada di Damocle” di un ricambio forzato del parco macchine, imposto da una Procura della Repubblica o da esigenze di sicurezza della gestione telematica. Oggi possiamo liberare il mercato da quello “stupefacente” che sino ad ora lo ha alimentato, ovvero la “necessità” di avere “un” prodotto (bello o brutto che fosse). Oggi, il gestore può pretendere di avere in mano una garanzia giuridica che gli assicuri il risarcimento dei danni prodotti dal congegno fallato, senza invocare impropriamente “l’appoggio associativo”, che lo manlevi dalla “singolarità”di una richiesta danni formulata in violazione dei “codici comportamentali del vecchio settore dell’automatico”. E’ così che funziona la garanzia, ed è così che il mercato può iniziare a funzionare, se i gestori si compatteranno (mentalmente, si intende senza alcun bisogno di pubblici proclami o schieramenti), per premiare commercialmente chi vende garantendo il buon funzionamento. Di aziende “così” già ce ne sono, e credo che anche alcuni costruttori “nostrani” possono guardare al loro prodotto con la soddisfazione e la fierezza di chi non ha nulla da temere nel metterlo in circolazione. Sta a noi premiare il loro (auspicato) coraggio nell’assumersi quelle responsabilità da cui dipenderà la permanenza di molti gestori nel loro registro clienti. 
AS.TRO ha lanciato un sondaggio in cui si chiede, tra l’altro, che il gestore comunichi all’Associazione l’incidenza negativa sul fatturato che certe note problematiche dei software di gioco hanno generato, sia in termini di perdita di esercizio sia in termini di costi aziendali. E’ quindi importante rispondere a questo quesito affinché l’obiettivo “politico” del congegno garantito diventi veramente “la” questione” della categoria e non sia strumentalmente etichettato come schermaglia commerciale. Personalmente ho intrapreso il lavoro di “conteggio”, e ne comprendo l’onerosità, ma pur ribadendo la ostilità ad ogni polemica, ho dovuto constatare le migliaia di euro che ogni “sfogliata di pagina” mi attestava come perduti a causa di un malfunzionamento, a cui non vi è stato modo di porre rimedio (se non togliendo il congegno dal noleggio, classificandolo come perdita non risarcibile). La colpa di ciò, lo ribadisco, me la sono aziendalmente assunta, ma in coscienza mi sento che perseverare sarebbe veramente imperdonabile, ed è per questo che ho accolto l’idea che l’Associazione (ovvero i gestori che la pensano come me) debba creare i presupposti perché ciò non accada più: di errori ce ne saranno sempre, ma se si lavora con dei “raccoglitori di denaro” è logico pensare che il rischio di impresa consideri l’incidenza di essi sul successo del prodotto, e che il costo del prodotto comprenda anche la eventualità di risarcire i danni che sono conseguenza di errori di progettazione o costruzione. 
AS.TRO ha “rotto le scatole” ai gestori spronandoli a diventare industriali. Ora è il momento che i costruttori adottino formalmente e giuridicamente i connotati dell’industria che, in un Paese normale, correda sempre il prodotto tecnologico “destinato alla esclusiva utilizzazione professionale e commerciale” con tutti i “crismi” necessari a garantire l’imprenditore – acquirente. E’ infatti evidente che la slot non è una lavatrice e che i relativi malfunzionamenti non si limitano a danneggiare qualche capo d’abbigliamento !
Nei mercati normali solo “questa” industria ha diritto di cittadinanza; cerchiamo quindi di rendere normale il mercato, imparando a fare attenzione a quali specifiche condizioni contrattuali si acquistano i prodotti.

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