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Cnel, presentato oggi il rapporto 'La filiera del gioco in Italia': prospettive di tutela e promozione della legalità

16 Novembre 2011

Antonio Marzano, presidente CNEL

E’ stato presentato questa mattina, a Roma, il rapporto ‘La filiera del gioco in Italia: prospettive di tutela e promozione della legalità’ del comitato ‘Osservatorio socio-economico sulla criminalità’ del Cnel. Ad aprire i lavori, il professore Antonio Marzano, presidente del Cnel con un saluto rivolto a una folta platea. A introdurre i lavori è statao invece il consigliere Marcello Tocco – Coordinatore dell’Osservatorio Cnel sulla criminalità. La presentazione del Rapporto è stata affidata al dottor Giulio Marini – Ceris-Cnr. Hanno partecipato al dibattito anche il senatore Luigi Li Gotti della Commissione parlamentare antimafia, l’avvocato Raffaele Ferrara – Direttore Generale Aams, il Generale Bruno Buratti – Capo III Reparto Operazioni Guardia di Finanza, la dottoressa Diana De Martino – Sostituto Procuratore Dna. A Coordinare i lavori il consigliere Paolo Tesi – Gruppo di lavoro sul gioco.
Il senatore Li Gotti, nel suo ampio intervento in materia di gioco e crimianlità, ha sottolineato: “La Commissione antimafia e il comitato da me presieduta in particolare si sono occupate del tema gioco pubblico riuscendo a portare l’argomento gioco e criminalità organizzata in parlamento e facendo impegnare il Governo per trovare una soluzione”. E ha aggiunto: “Tra gli inteventi proposti dalla commissione in materia di gioco pubblico c’é quello sulla tassazione che riteniamo debba essere uniforme per i vari giochi ma anche più elevata, perché tale settore presenta un rischio imprenditoriale minimo e una tassazione minima rispetto a questo fattore. Altra grande necessità per il settore e il testo unico che ci é stato promesso ma ad oggi mai sviluppato”.
A illustrare le peculiarità del comparto del gioco e a dare rispsote riguardo all’attività regolatrice è il Direttoer Generale dei Monopoli Raffaele Ferrara: “L’incremento della raccolta nel settore dei giochi – passata dai 15 miliardi del 2003 agli oltre 70 che si stimano per il 2011 – dimostra che le strategie di regolamentazione applicate in questi anni hanno avuto successo. Moltissimi operatori che prima operavano nell’illegalità, nel corso degli anni, hanno reso trasparente la propria attività”.
Presente al dibattito una delegazione As.Tro costituita dal presidente Massimiliano Pucci, il presidente onorario Mario Negro e i consiglieri Massimiliano Orlandini, Paolo Gioacchinì, Cosimo Miceli e Giuseppe Scesa. “As.tro rappresenta gli operatori del gioco  – ha sottolineato Massimiliano Orlandini intervenuto al dibattito – che costituiscono il valore aggiunto di questo comparto. Quando anni fa si operò la regolamentazione del comparto i gestori erano quei soggetti macchiati dal peccato originale, perché venivano da un mercato privo di regole e quindi caratterizzato dall’evasione. Ora però quel settore si é evoluto e quelli che vengono ancora chiamati gestori sono delle vere imprese che operano peraltro con notevoli rischi di impresa. Per questa ragione volevo sottolineare l’ottimo lavoro realizzato dal Cnel, con una ricerca approfondita e per le interessanti conclusioni. Voglio però evidenziare la criticità contenuta nel punto dedicato alla fiscalità, perché non é vero che l’attuale regime é agevolato, ma al contrario, essendo sul cassetto, é già particolarmente opprimente per gli addetti ai lavori e non va mai dimenticato che un’eccessiva imposizione può avere solo l’effetto di scoraggiare l’operatore legale”.
A prendere parola anche il presidente onorario Mario Negro: “Bisogna fare attenzione a parlare di aumento della tassazione perché questo tipo di intervento avrebbe soltanto il risultato di mettere in difficoltà le imprese di gestione e non, al contrario, un incremento della raccolta. Quello su cui si dovrebbe intervenire, al contrario, è sulla concorrenza sleale che viene operata agli operatori del gioco lecito”.
Durante la presentazione del rapporto si è parlato anche dell’albo dei gestori. Questo secondo il Cnel potrebbe essere reso più efficace dalla creazione di una black list, cioè “un elenco di gestori che abbiano avuto problemi di rilevanza giuridica di qualche tipo”, mettendo fuori gioco “gli attori che si siano macchiati di comportamenti illegali”.

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