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Commissione antimafia: il testo dell'audizione dell'Area Giochi Confindustria contenuta nella relazione dell'organismo parlamentare

13 Luglio 2011

In questi giorni in cui si parla a fondo del lavoro della Commissione antimafia riguardo al mercato del gioco, riportiamo nel seguito la relazione dell’audizione dell’area giochi e intrattenimento di Confindustria composta, come noto, dalle associazioni AS.TRO, Acadi, Acmi, FederBingo e Giochi e societa’. “Gli ultimi interventi normativi, contenuti soprattutto nella legge di stabilità dell’anno scorso, stabiliscono norme sempre più stringenti sul controllo delle società concessionarie dello Stato, sugli assetti patrimoniali e societari, sulle persone e sulle attività che esse esercitano territorialmente, ma anche sulle stesse attività, attraverso una serie di regole che in qualche modo afferiscono alle modalità di esercizio della concessione attribuita dallo Stato al concessionario. In alcuni casi, sono addirittura previste limitazioni che non hanno paragoni rispetto ad altri settori economici italiani, che pur non sono esenti da rischi di infiltrazione della criminalità organizzata. Basti pensare che la soglia minima delle transazioni all’interno del settore del gioco è stata portata a 1.000 euro dalla legge di stabilità, mentre in tutti gli altri settori il limite è di 5.000 euro”. E’ quanto riferito dai rappresentanti dell’area giochi e intrattenimento di Confindustria, nel corso dell’audizione dello scorso 29 marzo 2011 in Commissione Antimafia. Nella Relazione sulle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito, che la Commissione approverà la prossima settimana. Tuttavia, ha sottolineato Passamonti, “in Italia a livello di applicazione delle norme, evidentemente anche per qualche lacuna da parte delle norme stesse, ma anche e soprattutto perché non c’è chiarezza a livello legislativo, continua ad essere presente una rete parallela di raccolta sulle scommesse, non autorizzata dallo Stato, che raccoglie tra un miliardo e un miliardo e 500 milioni di euro all’anno. Si tratta di una rete che viene addirittura pubblicizzata, in aperto contrasto con lo Stato italiano. È evidente che chi non ha ritenuto di acquistare una concessione italiana e opera comunque sul territorio italiano – senza controlli, senza l’emissione di ticket registrati e senza ulteriori verifiche da parte dell’autorità pubblica- ha trovato, a macchia di leopardo, accoglienza ai propri ricorsi in diverse sedi giurisdizionali dei TAR. Quindi, mentre esiste un’agenzia che emette il ticket, registra il giocatore, raccoglie il gioco e ha pagato anche la concessione, a cento metri di distanza il clandestino o l’irregolare (perché è chiaro che si avvicina a dove sta il regolare che ha mercato) riesce a sottrarre all’agenzia quote consistenti di mercato”. Sempre secondo il rappresentante di Confindustria, “l’enorme sviluppo del settore dell’automatico e delle macchine di intrattenimento presenti in molti esercizi pubblici, chiamate slot machine, rappresenta un’evoluzione positiva rispetto al rischio di infiltrazione e riciclaggio. Infatti, l’aggiornamento dei sistemi informatici delle AWP di vecchia generazione, ancora molti presenti in Italia, con il tramite di una smart card inserita nella macchina che consente la lettura immediata di flussi anomali e la sospensione di quella stessa card dal collegamento, e l’introduzione delle nuove macchine VLT, ancora più sicure, nonché impossibili da manomettere, dal momento che l’intelligenza della macchina è collegata ad un software remoto, rappresentano per nostro conto non soltanto un notevolissimo e costosissimo investimento di ammodernamento della rete, ma anche e soprattutto la risposta a requisiti di certezza delle regole del gioco che sono il primo fronte di contrasto alla criminalità”.

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