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Commissione AS.TRO innovazione e tecnologia: prima riunione mercoledì 9 marzo 2011

7 Marzo 2011

Il tavolo tecnico di As.tro, organismo di approfondimento delle questioni attinenti la costruzione e la distribuzione degli apparecchi per il gioco lecito, si evolve in una vera e propria commissione di lavoro e ricerca finalizzata a censire le criticità dei prodotti e del sistema gioco-lecito nonché reperire le soluzioni tecnico – normative in grado di restituire equità e sicurezza al mercato.

La gravosità del compito è evidente, come è evidente il carattere ambizioso che caratterizza un progetto associativo volto ad allestire una costante entità di proposta qualificata al sistema gioco lecito. Tuttavia è nel metodo che si ripongono gli auspici di successo di un organismo la cui funzione è quella di lavorare per dotare il Consiglio Direttivo di risposte tecniche corredate da studi.

Solo per fare una generica esemplificazione, vi sono attualmente decine di problematiche, di diversissimo impatto e priorità, sulle quali uno staff coordinato da operatori del settore può fornire ricerche comparative e proposte normative: verifica dell’età del giocatore che acquista prodotti di gioco, sistemi di pubblico accreditamento delle imprese produttrici e distributrici di apparecchi di gioco, sistemi di incentivazione all’utilizzo della fatturazione telematica per la vendita di determinata merce “sensibile” (sotto il profilo della sicurezza), velocizzazione e automazione di alcune forme di controllo e ispezione, regolamentazione amministrativa dell’atto di vendita di apparecchi di gioco e relative componenti sensibili, allestimento di un sistema di verifica del prodotto sotto il profilo della intrinseca efficienza operativa e di qualità di progettazione, identificazione degli ambiti sottoposti a totale rischio di impresa e delle situazioni assoggettabili a responsabilità civile per funzionamento difettoso. Per tutte questi campi, esistono già percorsi di risoluzione dei problemi, che richiedono la comparazione tra esperienza tecniche di diversi paesi e l’evoluzione normativa dell’attuale sistema di regolamentazione del mercato, molto rigido in alcune fasi, troppo disinvolto in altre, ma soprattutto eccessivamente vincolato a tempistiche di evoluzione legate solo a eventuali fasi di emergenza contingente, privo, quindi, di naturali e costanti steps innovativi.

Il primo compito della Commissione AS.TRO, quindi, è proprio quello di redigere progetti di costante evoluzione del sistema, studiandone i costi e i benefici per i vari attori (economici ed istituzionali) del settore. Va da sé, infatti, che ogni analisi tecnica e /o economica, di qualsiasi entità, e di qualsiasi orientamento, non può che sancire un dato preliminare, ovvero l’individuazione del gioco irregolare come principale fattore di abbattimento del volume di affari del sistema gioco lecito.

Da ciò deriva l’ispirazione che ogni organismo tecnico di settore deve far propria per proporsi come entità funzionale al sistema: tutela della legalità e contrasto a 360 gradi all’eterogeneo mercato dell’irregolarità.

Del resto, in Italia non sono realisticamente allestibili delle autentiche realtà lobbistiche di tutela “generalista” di segmenti industriali, di tal ché risulta più coerente, rispetto all’assetto istituzionale del Paese, porre l’accento sul concetto di tutela del “lecito” (e di conseguente contrasto dell’illecito), adottando questo principio come elemento di selezione del mercato e di naturale premiazione industriale degli attori economici più virtuosi e organizzati. La stessa patria dell’istituzione lobbistica, gli USA, evidenzia da tempo il raggiungimento del “collasso sistemico” di tale forma di tutela degli interessi corporativi, inidonea a tutelare il valore industriale della selezione qualitativa degli operatori di comparto e, quindi, il valore autentico del moderno liberismo economico, ormai incentrato sulla figura del “cliente” (e quindi della domanda) del prodotto o del servizio, e non più sulla figura del relativo produttore o distributore (ovvero dell’offerta). Le organizzazioni di tutela “generalista” sono infatti in crisi, e le difficoltà che attraversano le tradizionali istituzioni di rappresentanza collettiva lo attestano: quando il mercato si “fa piccolo” perché la tecnologia azzera le distanze e aumenta la concorrenza, solo il rispetto delle regole e l’aumento della qualità aziendale, consente di mantenere un ruolo da protagonista e di legittimato a invocare una tutela pubblica.

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