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Il Consigliere As.Tro Luciano Rossi replica all’Assessore Pentenero

21 Febbraio 2019

“Nella seduta del Consiglio Regionale di ieri abbiamo assistito ad una bagarre sugli effetti della legge regionale sul gioco, con un Assessore al lavoro che, nonostante i numerosi moniti lanciati in questi ultimi mesi, sembra ignorare le gravi ricadute occupazionali e lo stato di crisi aziendale che sta generando la normativa: ricordo all’Assessore Pentenero che è dal 20 novembre 2017 -data in cui è entrato in vigore l’obbligo di rimuovere gli apparecchi dagli esercizi generalisti- che hanno iniziato a manifestarsi queste conseguenze” così Luciano Rossi, Consigliere As.Tro della Regione Piemonte.

“Ora, però, la situazione è destinata a precipitare irrimediabilmente, visto che -entro il 20 maggio 2019- saranno costrette a chiudere anche le sale da gioco, le sale dedicate, le agenzie di scommesse e le sale Bingo che, nel frattempo, non siano riuscite ad adeguarsi al distanziometro: quella data segnerà la fine del gioco terrestre in Piemonte.

Infatti – continua Luciano Rossi – se la prima ondata di effetti negativi ha colpito solo bar e tabacchi, privandoli di una importante fonte di approvvigionamento che serviva anche a pagare gli stipendi, l’entrata in vigore del ‘distanziometro’, per gli esercizi dedicati al gioc, si tradurrà in cessazione dell’attività e licenziamenti di massa, visto che si tratta di attività che vivono esclusivamente dei proventi derivanti dal gioco di Stato”.

“Prima di riconsegnare completamente l’offerta di gioco nelle mani dell’illegalità – e, a questo proposito, consiglio all’Assessore Pentenero di fare un sopralluogo nei bar piemontesi, dove le slot sono state rimpiazzate dai ‘totem’ collegati a piattaforme di gioco, situate nei paradisi fiscali- chiediamo a gran voce l’apertura di un tavolo di crisi. Abbiamo, quantomeno, il diritto che la Politica si interessi delle sorti di tutti quei lavoratori che, tra pochi mesi, saranno costretti a rimanere a casa, a causa di una scelta consapevole della giunta Chiamparino che, fino ad oggi, li ha completamente ignorati trattandoli come dei paria e non come lavoratori che raccolgono soldi in nome e per conto dello Stato”, conclude il Consigliere As.Tro.

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