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Convegno di Bologna del 01.10.2012 “sintesi della relazione del presidente AS.TRO Massimiliano Pucci”

3 Ottobre 2012

Ringraziando della disponibilità accordata all’industria del gioco lecito rappresentata dalla Federazione Sistema Gioco Italia – Confindustria sit, presento brevemente alcune preliminari valutazioni che possono aiutare questo gruppo di lavoro a comprendere le dinamiche distributive del gioco autorizzato in Italia.

Il gioco lecito nasce sostanzialmente nel 2003, data in cui si introduce per la prima volta quel congegno abilitato alla vincita in denaro che oggi totalizza il 50% della raccolta globale di settore, al quale si deve la nascita di contesti imprenditoriali trainanti anche per gli ulteriori prodotti del portafoglio di gestione del Monopolio di Stato. La mission originaria del gioco lecito è duplice: da un lato sostituire il gioco illegale (che nel 2003 il Ministro Visco considerava emergenza prioritaria da affrontare sotto il profilo dell’allarme socio-sanitario e della tutela dell’ordine pubblico), con l’offerta istituzionale di prodotti controllati e verificati; dall’altro lato, garantire all’Erario quel gettito prima confluente nel sommerso.

Lo Stato, quindi, devolve ai concessionari e relativi partner una duplice funzione, indicando lo sviluppo e la crescita di un sistema, come strumento per perseguirle.

Dopo aver ascoltato le relazioni della mattina, trovo evidente la considerazione in virtù della quale quell’originario sistema, nato per crescere capillarmente e massicciamente, evidenzia l’esigenza di correggersi, perché non riesce più a garantire il corretto equilibrio degli interessi in campo.

Quando si parla di gioco lecito in Italia, infatti, si parla di gioco pubblico, ovvero di un servizio di esclusiva gestione pubblica che evidenzia le seguenti classi di INTERESSI.

  1. L’interesse del cittadino a poter fruire facilmente e liberamente di un prodotto sicuro lecito, tassato, distribuito secondo canali controllati

  2. L’interesse erariale, da cui un servizio pubblico non può prescindere.

  3. L’interesse della collettività, al cospetto dell’impatto del servizio gioco lecito sul territorio e sulle cittadinanze.

  4. L’interesse delle AZIENDE a cui si demanda – tramite la concessione – la funzione di distribuire il gioco lecito, di mantenersi all’interno di canoni di imprenditorialità.

E’ chiaro, quindi, che al cospetto di interessi meritevoli, è solo l’EQUILIBRIO DEL SISTEMA che garantisce l’equilibrata tutela di tutti gli interessi.

L’attuale sistema, quindi, alla luce di quello che si è OGGI sentito, necessita di un processo di revisione finalizzato a cercare un nuovo EQUILIBRIO.

Il c.d. decreto legge – Balduzzi, va nella direzione di intervenire sul “sistema”, e deve essere considerato come l’opportunità che si concede ai portatori dei rispettivi interessi, di far confluire le proprie istanze in un consesso di collaborazione istituzionale.

L’industria del gioco lecito può dimostrare di aver avviato, anche indipendentemente dal provvedimento legislativo citato, molteplici percorsi virtuosi, ma ciò che oggi è emerso è la necessità di “metterci a sistema”, per non disperdere gli sforzi che si sono compiuti.

La vituperata pubblicità pericolosa è oggi bandita dal codice di autodisciplina adottato dalla Federazione Sistema Gioco Italia e recepito dall’Istituto sull’Autodisciplina Pubblicitaria a cui tutta l’industria italiana fa riferimento. Ciò ovviamente vincola le sole aziende aderenti alle associazioni componenti la Federazione (AS.TRO, ACADI, ACMI, GIOCO&SOCIETA’, FEDERBINGO, FEDERIPPODROMI), esprimenti la maggioranza del panorama economico di settore, ma, ovviamente, non la totalità.

Le campagne di gioco responsabile viaggiano ad un ritmo di crescita del 183 % l’anno e l’impegno di spesa del comparto sul fronte della promozione commerciale diretta è sceso sino a rappresentare l’1,9% dell’intera “fetta” della pubblicità nazionale (oggettivamente molto poco per la terza industria del Paese).

E’ quindi doveroso evidenziare come al cospetto dei 4 punti del decreto Balduzzi sul fronte della pubblicità, la realtà confindustriale del gioco si sia già dotata di 11 paletti complessivamente molto più stringenti.

I nostri progetti associativi di divulgazione del decalogo del giocatore responsabile e di formazione professionale specifica per i preposti di sala, nascono da una avvertita esigenza di trasformare il punto vendita come luogo di responsabilizzazione, molto prima dei “pur positivi” avvisi ed avvertenze, che la normativa recentemente introdotta configura come informazione necessaria per l’utenza.

Lo stesso organismo CONAGGA, poi, ha evidenziato l’importanza di una informazione “positiva” (ovvero “sul come” si dovrebbe giocare), all’interno dei punti, ove verosimilmente, l’invito ad astenersi dal gioco sarebbe alquanto ipocrito e infruttuoso, sotto il profilo della sensibilizzazione dell’utenza. Per questo motivo il decalogo AS.TRO del giocatore responsabile, citato dal presidente Dott. Matteo Iori, è stato implementato sino a raggiungere l’odierno target di 35.000 punti vendita.

Mettere a sistema gli operatori economici con gli operatori socio-sanitari e le pubbliche amministrazioni locali, infine, costituisce quell’ulteriore tassello a cui il solo decreto Balduzzi ha saputo, sino ad ora, indicare una linea guida, attraverso la c.d. riorganizzazione della rete distributiva terrestre.

L’industria del gioco lecito è qui anche per rappresentare di non avvertire alcun conflitto d’interesse tra il contrasto alla patologia del G.AP. e la sua operatività imprenditoriale, bensì per acquisire ogni e più opportuno sapere che favorisca la prevenzione, garantendo che il fenomeno dell’eccesso squilibrato è sempre fattore di danno anche economico sull’andamento quotidiano di un locale in cui il gioco lecito deve poter essere proposto quotidianamente in regime di innocuità.

Per questa ragione, mi faccio da tramite tra il mondo della cura e prevenzione del G.A.P. e l’industria del gioco lecito, per lanciare l’idea di creare, magari proprio in una Regione – laboratorio come l’Emilia Romagna, un consesso empirico in cui studiare la messa a sistema delle varie realtà e la sua trasformazione in modello da proporre all’Amministrazione Finanziaria che dovrà ri-organizzare la rete distributiva del gioco terrestre.

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