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Cosa serve al gestore: la risposta dai dati della raccolta

21 Aprile 2011

I dati della raccolta ci rivelano che le awp hanno totalizzato, a marzo, un flusso di giocato pari a 2648 milioni di euro, portando la media di flusso mensile (provvisoria) del 2011 a quota 2573 milioni di euro.
Una rilevazione trimestrale è già significativa, soprattutto se registrata nel complesso periodo che caratterizza la fase di attesa del nuovo decreto sul contingentamento.
Il dato di 2573, infatti, se dovesse consolidarsi nel tempo come rilevazione definitiva porterebbe ad una “proiezione 2011” di raccolta di 30.876.000.000€, addirittura superiore a quella raggiunta nel 2010 (30.777.004.475), con sostanziale conferma dell’aliquota Preu.

I dati sono interpretabili in tanti modi, e possono sostenere tante tesi, ma sicuramente non possono essere utilizzati per argomentare la contingente necessità di una rivisitazione dei parametri di esercizio delle attuali slot, finalizzata all’incremento esclusivamente quantitativo (piuttosto che qualitativo) delle performance di incasso.

La tecnologia avanza ed è sempre auspicabile che si trovino soluzioni ottimizzanti sicurezza e fidelizzazione del giocatore, così come è sempre auspicabile che si raggiunga l’obiettivo di consentire l’adeguamento di un apparecchio a caratteristiche migliori tramite una lavorazione del congegno in esercizio, e non a mezzo di coatta sostituzione.

I gestori, infatti, non si lamentano dei volumi di gioco, ma degli alti costi di gestione aziendale che comportano gli attuali congegni, richiedenti elevata incidenza della forza lavoro, elevate immobilizzazioni di capitali (peraltro esposti a furti), elevata manutenzione. Non è quindi verosimile sostenere che il gestore voglia un apparecchio che lavori “tanto” di più, in quanto le priorità ad oggi censite attengono alla necessità che si “lavori” “molto”meglio, con qualche onere e qualche preoccupazione tecnica in meno.

L’aumento del volume di gioco delle VLT, inoltre, mantiene una impressionante costanza (circa 200 milioni/mese) ragionevolmente legata all’aumento dei videoterminali che progressivamente entrano in funzione, a riprova scientifica che il c.d. rischio cannibalizzazione del nuovo sul vecchio non può essere prospettato come collegato ai soli parametri di esercizio della attuale awp, e, pertanto, e non può essere esorcizzato attraverso una slot che costi più di un euro a partita e che possa offrire una combinazione vincente da 400 o 500 euro.

Il dato che dovrebbe essere censito, invece, e che nessuna rilevazione si sta occupando di monitorare attiene al tempo di gioco, ovvero all’indagine relativa alla quantità di tempo che il giocatore è disposto a dedicare all’uno e all’altro congegno.
Questo dato, più del volume di gioco, attesta la c.d. fidelizzazione del consumatore al prodotto, ed è questo dato che potrebbe rivelare gli ambiti di possibile intervento a tutela della capacità di stare sul mercato delle attuali awp.
Non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di “gioco” e non di scommessa.
Ciò comporta il fatto che un gioco capace di “intrattenere” nel tempo rivela la sua attitudine a “piacere” al consumatore; il gioco che incassa tanto ma che deve essere periodicamente sostituito rivela altre attitudini, quali la sua intrinseca obsolescenza. Catturare un gusto è impresa ardua, ma se non si accetta questa sfida bisogna abbandonare il mercato e non cercare di forzarlo, aumentando il costo del gioco per l’utenza.

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