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Dal servizio Studi della Camera la “scottante” verità sulle slot: tasse e normative locali causano il crollo della raccolta

21 Giugno 2013

Di questi tempi anche le ovvietà anche un peso rilevante, visto che spesso si elevano al rango di “notorio” valutazioni e principi che vorrebbero sostenere il contrario. La fotografia del settore che ci propone il Servizio Studi della Camera rivela che la eccessiva tassazione e la incertezza normativa finiscono per “ledere” l’attività economica sottoposta ad elevato tributo e a regole diverse da Territorio a Territorio.

Nel caso specifico delle slot, infatti, l’analisi compiuta evidenzia tre dati:

  1. Il trend negativo delle entrate dei giochi “sta proseguendo nel 2013”, nonostante “la tassazione del gioco mediante slot machine sia stata incrementata”.

  2. In particolare, la diminuzione della raccolta relativa alle new slot può essere attribuita anche “alle azioni messe in campo dagli enti locali, mediante leggi regionali o provinciali, ordinanze dei sindaci, che hanno limitato o escluso la presenza di apparecchi da determinati luoghi sensibili (vicinanza alle scuole, chiese, ecc.), ridotto gli orari di apertura degli esercizi, limitato il rilascio delle necessarie autorizzazioni amministrative”. Tali azioni, “ispirate dal fenomeno della ludopatia e/o finalizzate alla tutela dei minori, non coordinate con l’attività dello Stato centrale, creano uno stato di incertezza normativa ed operativa che finisce con il contribuire in modo decisivo alla riduzione della raccolta e del gettito”.

  3. “numerosi interventi nel settore dei giochi hanno perseguito l’obiettivo di contrastare il gioco illegale: la assegnazione di nuove concessioni con conseguente apertura di nuovi punti di gioco, la creazione di nuove forme di gioco nonché la legalizzazione di giochi già esistenti. Nello specifico il contrasto al gioco illegale viene operato attraverso maggiori poteri di contrasto assegnati all’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, la predisposizione di programmi di controllo, la presenza di specifici requisiti richiesti ai concessionari, la previsione di nuove sanzioni, sia di natura penale che amministrativa, nonché la sospensione della concessione. Peraltro l’articolo 15-ter del D.L. n. 78 del 2009 dispone che l’Aams promuova un piano straordinario di contrasto del gioco illegale, con la costituzione di un apposito Comitato, operante presso l’Aams e presieduto dal Direttore Generale dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, di cui sono chiamati a far parte rappresentanti di vertice della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della stessa Amministrazione autonoma. Il Comitato sovraintende alla definizione, secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, di strategie ed indirizzi, alla pianificazione ed al coordinamento di interventi organici, sistematici e capillari sull’intero territorio nazionale per la prevenzione e repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori”.

Francamente non vi è molto da aggiungere all’ovvietà, se non che ancora oggi

  • al contrasto del Gioco Patologico (che qualcuno prima o poi dovrà iniziare ad associare anche a quel gioco illegale che registra andamenti in crescita e assenza di contrasto a livello locale), si assegna il ruolo di priorità territoriale di intervento “in deroga” alle disposizioni statali,

  • alla “punizione del settore” per le sue asserite colpe morali, si assegna il ruolo di linea guida per una “politica del rinnovamento” che, coerentemente vuole “più risorse dal gioco” con “meno gioco”.

In questo contesto, anche l’ovvietà diventa una montagna culturale e politica da scalare con gravose tappe di progressiva assimilazione, indispensabili per erodere tutti i luoghi comuni che si sono “fossilizzati” negli ultimi 24 mesi.

Nel frattempo, i centri di raccolta non autorizzata di scommesse ringraziano per l’incremento del volume d’affari (attestato dalla moltiplicazione esponenziale dell’apertura di nuove sedi), al pari dei distributori di “congegni non autorizzati” che, grazie agli “sfratti comunali” comminati alle slot connesse alla rete pubblica, possono “impossessarsi” di fette crescenti del territorio, per non parlare degli organizzatori delle corse clandestine di cavalli che si “ritrovano” con enormi potenzialità operative (a costo inaspettatamente basso) dopo la ostinata “oppressione” inferta al comparto ippodromi.

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