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Dati della raccolta di gioco pubblico di Febbraio 2011

31 Marzo 2011

La raccolta di gioco pubblico, segna un dato “infra-annuale” inferiore a quella “soglia media” di 2565-2570 milioni €/mese, necessaria per traguardare un livello di “eccedenza” idoneo ad una applicazione “concretamente gratificante” della Legge sul Preu a scaglioni. Tuttavia, le valutazioni “economiche” connesse a questi dati, che comunque confermano l’elevatissima performance complessiva degli apparecchi awp (+ 40 milioni € rispetto a febbraio 2010), devono saper cogliere i significati di sistema che possono rilevare :
1. L’impatto della fase transitoria della legge di stabilità 2010 in tema di contingentamento ha genrato un momento di contrazione della raccolta, probabilmente transitorio e che si concluderà alla fine del prossimo mese di aprile, ma di cui occorrerà tener conto a fine anno per decifrare correttamente l’andamento delle oscillazioni statistiche.
2. L’urgenza di approdare al nuovo regolamento sul contingento è quindi elevata, come è stringente e univoca la sua obbligata ispirazione a criteri di sostanziale ri-assorbimento in esercizio delle slot smistate a magazzino, per adeguarsi repentinamente alla norma sul numero massimo di apparecchi installabili (della cui esistenza si è troppo spesso fatto amnesia) .
3. L’incremento della raccolta di gioco delle VLT resta proporzionato all’aumento delle postazioni che entrano in esercizio e non si registra (ancora) nessuna specifica “impennata” di volumi relativi ai videoterminali, ciò consentendo di giudicare (ancora) sussistente la complementarietà dei due prodotti di gioco sul mercato, e la rispettiva idoneità a mantenere (ciascuno) i propri asset.
4. La perdurante presenza di apparecchi da gioco che sfuggono al censimento erariale (fenomeno in oggettiva riduzione, ma ancora preoccupante) deve essere posta al centro di una azione di contrasto che ponga come priorità l’individuazione delle irregolarità che cagionano (oltre alla formale inottemperanza ad una regola) un effettivo occultamento di raccolta di gioco.
Sotto questo profilo, pertanto, si auspica un attenzionamento istituzionale del segmento della distribuzione (e della importazione) dei prodotti di gioco (sia hardware che software), possibilmente assistito da strumenti di tracciabilità telematica delle vendite e delle spedizioni, e da innovativi criteri di accreditamento pubblico per le imprese del segmento operanti sul Territorio Italiano sia a livello produttivo che a livello di importazione.

La situazione, pertanto, non legittima né allarmi né allarmismi, ma impone la presa di coscienza della natura “sistemica” del gioco pubblico in Italia, e della sua necessaria tutela attraverso provvedimenti “sistematici”, ovvero idonei a intervenire sul “complessivo ciclo vitale ed economico” del prodotto di gioco.

Se è vero che l’industria del gioco lecito si presenta come realtà sostanzialmente sana (e dalla elevata capacità di respingere infiltrazioni criminali), è altresì vero che i “risicati” margini di resa consentiti dai costi e dai complessivi oneri amministrativi e tributari, non consentono più di tollerare neppure quei fisiologici fenomeni di illegalità che ogni economia (di qualsiasi genere e nazionalità) inevitabilmente ospita. Senza bisogno di invocare formule sacramentali, pertanto, si prenda coscienza del costo dell’illegalità e della sua insostenibilità economico-finanziaria, affinché siano più agevolmente individuati e smantellati tutti i flussi distributivi dei congegni e dei dispositivi idonei a occultare PREU.

Come correttamente evidenziato in sede di audizione dell’Area Gioco e Intrattenimento di Confindustria alla Commissione Parlamentare Antimafia, poi, alla leva fiscale compete un ruolo di garanzia rispetto alla mission del gioco lecito di “antagonista capillare e perenne” del gioco illegale.
In tal senso si auspica una verifica costante della soglia effettiva di redditività che le attività di gestione possono realizzare nell’ambito normativo in vigore, in quel quadro di ri-equilibrio della pressione tributaria sul gioco già delineato dall’Amministrazione dei Monopoli come necessario intervento di sistema.

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