Dati della raccolta di aprile 2011: primo mese del 2011 in flessione rispetto all’anno precedente
Per la prima volta, nel corso del 2011, si registra un dato di non – crescita rispetto al corrispondente mese del 2010. La differenza non è rilevante (si tratta di 79 milioni di euro, che suddivisi per le slot in esercizio corrisponde a circa 200-240 euro di volume mensile in meno per slot), ma il settore degli apparecchi non è certamente abituato a concepire le proprie performance in termini di non – crescita.
Non sarebbe corretto, quindi, nascondere una evidenza statistica che inizia a rivelare l’incidenza negativa che sta esercitando il protrarsi dell’attesa del nuovo decreto sul contingentamento (ovvero migliaia di slot in stand by a magazzino), limitandosi a sostenere che 2473 milioni di euro censiti come volume di gioco, non spostano di molto la performance – media che prelude ad uno storno – PREU dignitoso ed appagante.
Le slot “non sono abituate” a subire contrazioni di volumi, in virtù della loro capillare diffusione e del loro storico appeal tra i consumatori, alimentato quotidianamente dal costante rinnovo dei titoli di gioco proposti al pubblico.
Sicuramente le VLT hanno inciso poco o nulla su tale dato, visto che il ritmo di crescita mensile del rispettivo volume di “giocato” (che come tutti sanno è parametro diverso dal volume di gioco), si arresta ad appena 65 milioni di euro, in luogo dei quasi 200 “a cui ha marciato” nei primi tre mesi del 2011.
In un Paese che perde punti di PIL ogni mese, anche le slot, ad Aprile, si accodano alla generale condizione poco esaltante dell’economia nazionale, anche se francamente parrebbe poco serio accostare ai drammi del lavoro della condizione imprenditoriale italiana, una flessione del volume di raccolta di un paio di punti o poco più. Ricordiamoci, infatti, che il 2010 è stato per molti versi un anno irripetibile, ovvero un anno di cui tutti auspichiamo il non ripetersi di situazioni quale quelle delle slot all’80-90% di pay out, che sicuramente hanno arricchito l’erario ma impoverito il gestore.
