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Dati della raccolta di gennaio 2011: le slot “tengono” a quota 2688 milioni di volume di gioco

22 Febbraio 2011

Come già rilevato da queste pagine web, la complementarietà tra AWP e VLT è un fatto riscontrabile solo numericamente attraverso la comparazione del volume di gioco delle new slot rispettivamente prima e dopo l’avvio dei sistemi di gioco da remoto.

Il dato di gennaio 2011 rivela una raccolta AWP di 2688 milioni, ovvero un volume “ancora” in media rispetto ai livelli registrati in quei mesi del 2010, non interessati dall’esercizio delle VLT.

L’eventuale ri–conferma di tale trend anche per i successivi mesi del 2011 consentirà di decretare la compatibilità commerciale dei due congegni da gioco e la definitiva salvezza del comparto gestori (legata agli effetti di concreto ristoro da parte degli scaglioni di abbattimento del Preu per le eccedenze di raccolta rispetto all’annata 2008).

Certo è che tutte le profezie che davano la “vecchia” slot come destinata alla inesorabile scomparsa, al cospetto dell’iper-tecnologica VLT, sono, allo stato attuale, ancora lontane dal reperire conferma statistica sul campo. Ancora più lontana, poi, si profila l’esigenza industriale di cambiare urgentemente i requisiti tecnici di funzionamento della slot per renderla più allineata alle capacità di lavoro delle VLT, in quanto pare proprio che la notevole diversità che contraddistingue i due congegni sia (ancora) la principale risorsa dei rispettivi incassi.

Resta attuale, pertanto, l’auspicio che il comparto costruttori di awp sia in grado di cogliere l’opportunità selettiva che il mercato sta proponendo, riuscendo ad offrire un prodotto che non si presenti come “nuovo”, ma come “innovativo”, ovvero come bene strumentale più evoluto tecnologicamente. Il prodotto che si prefigga di semplificare l’attività del gestore, riducendo l’incidenza sui costi derivante da lavoro degli addetti, aggiornamenti di titoli, interventi di manutenzione, pay out fuori controllo, ha la strada spianata e concrete possibilità di ribaltare gli attuali scenari distributivi.

Se è vero che la c.d. qualità sostenibile (ovvero la qualità dal costo collimante con i budjet di spesa dei clienti) è un antico adagio dei manager italiani, è altresì vero che, in fase di stagnazione, la rottura di equilibri statici è determinata da proposte in controtendenza, in grado di proporsi al mercato in veste innovativa. Nel caso delle slot, poi, non c’è neanche bisogno di inventarsi quella innovazione che si prefigga di creare una nuova offerta vincente, perché già esiste una domanda in tal senso che ha ben chiarito quale AWP può andare rapidamente incontro a importanti soddisfazioni, ovvero un congegno dal pay out certo, dal software di gioco evoluto e incorporato in un hardware di qualità e in un congegno strutturalmente perfetto e professionalmente assistito a livello di post vendita.  
Non tutti possono permettersi le Bmw, ma non ci vuole un mago dell’industria per capire che il target che non entra mai in una “crisi paralizzante” è quello elevato, che può sempre proporre un prodotto di qualità sempre maggiore. Oggi sono in crisi le “awp utilitarie”, e molti gestori domandano slot “fuoriserie”, concepite con quella tecnologia tangibile che possa giustificare l’investimento.

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