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Decreto fiscale e novità normative per i giochi: inversione di tendenza in atto?

27 Febbraio 2012

Il decreto fiscale licenziato dal Governo è oramai di dominio pubblico, ed in particolare spiccano, ai fini del settore, le mancate previsioni degli inasprimenti tributari paventati come imminenti su gran parte dei prodotti pubblici di gioco, slot e VLT in particolare.

 Lo scampato pericolo non fa dormire sonni tranquilli a nessuno, posto che, ai più, è risultato evidente come il contesto normativo in cui si colloca l’ultimo provvedimento licenziato dal CdM, non fosse quello proprio del “classico” reperimento di nuove risorse, quanto, piuttosto, quello, della razionalizzazione tecnico-funzionale di vigenti assetti amministrativi e tributari. Rigore metodologico, quindi, e non rappresentazione di scelta politica, hanno escluso l’imminente varo delle misure che tanto allarme avevano destato, il cui destino resta pertanto incerto e indefinito.

Un dato, tuttavia, si impone, all’attenzione degli osservatori, in quanto si intuisce una possibile inversione di tendenza dell’attuale Esecutivo rispetto a percorsi normativi intrapresi dal precedente. Ci si riferisce, in particolare, al ritorno dello strumento della fonte legislativa (tale è il decreto legge), come contesto di disciplina del gioco pubblico e il conseguente ripensamento dell’idea della delega in bianco che sostanzialmente aveva caratterizzato l’ultima legge estiva di stabilità, a mezzo della quale si conferiva all’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato ogni onere di nuova regolamentazione per l’ottenimento di un prefissato target di incremento erariale.

A ciò si aggiunge la introdotta obbligatorietà dei pareri del Consiglio di Stato per le procedure ad evidenza pubblica dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, rivelatrice di una attenzione Governativa sul mondo del gioco pubblico che parte dai profili più strettamente formali, ma che ben presto si addentrerà anche su aspetti più concreti. A nessuno è infatti sfuggito il livello di tensione mediatica a cui il settore è stato sottoposto in questo mese, sicuramente promotrice di quella previsione così singolare in materia di requisiti morali dei possessori di quote di concessionari di gioco, unitamente alle pressioni politiche trasversalmente poste in atto per sostenere il ridimensionamento nello sviluppo di nuovi giochi, artefice dell’abiura delle c.d. lotterie al consumo.

 Visto da lontano, quindi, l’attuale atteggiamento Governativo si apprezza in termini di “conservazione” e di “grande cautela”, come se avvertisse la impopolarità politica del gioco come minaccia per percorsi di riforma ben più urgenti per il Paese. Questo è l’effetto che si sta apprezzando come esito della strategia posta in essere dalla vera lobby che esiste nel gioco, ovvero quella che si propone in termini di antagonismo nei confronti del più grande sistema pubblico di gioco lecito del mondo, interamente governato dall’Amministrazione Finanziaria, in quanto tale “blindato” rispetto alle ordinarie prassi di ingerenza partitica nell’economia nazionale.

 
Fortunatamente, l’universale attenzione verso la legalità, ha partorito il fondo speciale di 100mila euro per consentire ai verificatori di provare le slot, e quindi aumentare l’incidenza qualitativa dei controlli sul territorio. Il Direttivo AS.TRO del 28 novembre 2011 aveva deliberato l’accettazione preventiva anche di una auto-tassazione dei gestori dello 0,1% del COIN per finanziare una innovativa campagna di ispezioni nei pubblici esercizi, ipotizzando la necessità di almeno 300 mila euro per sostenere un incremento qualitativo delle verifiche. Il provvedimento è quindi da apprezzare nel merito, anche se per il futuro si auspica un aumento di tale fondo, affinché possa garantire la costante vigilanza dei punti vendita di gioco.

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