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DELLA SETA (AS.TRO) SCRIVE AL SECOLO XIX

13 Ottobre 2022

Divulghiamo, a seguire, la richiesta pubblicazione osservazioni inviate al Direttore del quotidiano il Secolo XIX, in riferimento all’articolo apparso sull’edizione dell’11 ottobre, dal titolo ”Malati di gioco-Quadruplicati in Liguria”, a firma del dott. Bruno Viani.

Egregio Direttore,

in merito all’articolo, a firma Bruno Viani, pubblicato a pagina 27 dell’edizione del vostro quotidiano del 11 ottobre u.s. e intitolato <<Malati di gioco in crescita – Quadruplicati in Liguria>>, come associazione di rappresentanza degli operatori del gioco pubblico legale (aderente a Confindustria SIT), Le chiediamo cortesemente la pubblicazione dei seguenti chiarimenti che, a nostro sommesso avviso, appaiono necessari per una corretta analisi del fenomeno analizzato nell’articolo.

Premesso che non abbiamo elementi per contestare i numeri riportati nell’articolo con riguardo all’estensione, in Liguria, del gioco d’azzardo patologico (c.d. GAP) né, tantomeno, intendiamo in alcun modo sottovalutare la gravità di tale patologia, non possiamo però esimerci dall’esporre alcune osservazioni a tutela delle imprese che rappresentiamo.

Notiamo, prima di tutto, un’impropria assimilazione del gioco legale a quello illegale. Non intendiamo certo affermare che i fenomeni di dipendenza siano interamente riconducibili all’offerta illegale ma ciò che ci appare realmente fuorviante, oltreché gravemente lesivo della reputazione di un’intera categoria imprenditoriale che opera nella legalità, quanto emerge nella dichiarazione di Roberto Centi (presidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale ligure) leggendo la quale non si può fare a meno di recepire, mettendosi nei panni dei non addetti ai lavori, che le imprese che svolgono l’offerta legale di gioco e le organizzazioni criminali (come la ‘ndrangheta) presenti nel mercato dell’azzardo, siano due facce della stessa medaglia.

Ovviamente, questa indebita sovrapposizione inficia l’intera validità dell’analisi esposta da Centi, il quale afferma, ad esempio, che a Genova la spesa media pro capite per il gioco è di 1.330 euro.

I dati ufficiali riguardanti l’offerta legale di gioco sono esclusivamente quelli forniti dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e pubblicati sul suo sito istituzionale, dal quale, diversamente da quanto dichiarato da Roberto Centi, si evince che nel comune di Genova la spesa complessiva relativa a tutti i giochi legali consentiti (che si calcola sottraendo le vincite alle somme puntate) è stata, nell’anno 2019 (l’ultima stima disponibile) pari ad euro 177.941.826, quindi di euro 318 pro capite (anziché di 1.330 euro come dichiarato da Centi).

Dobbiamo quindi ritenere che lui abbia inserito in un unico “calderone” la spesa per il gioco legale e quella per il gioco illegale e che lo stesso approccio metodologico sia stato utilizzato anche per i comuni di Savona, Spezia e Imperia.

Se così fosse (e non potrebbe essere altrimenti, a meno che non ci sia un evidente errore nella diffusione del suddetto dato da parte di Roberto Centi), dei 1.330 euro pro capite spesi a Genova per il gioco d’azzardo, circa 1.000 euro sarebbero stati spesi nel mercato illegale.

Stando così le cose, appare assolutamente contraddittoria con tale premessa la proposta, avanzata da Domenico Chionetti e anch’essa riportata nell’articolo, secondo cui la soluzione al problema del GAP consisterebbe nel penalizzare il gioco legale attraverso interventi normativi come quelli che impongono distanze minime dai luoghi sensibili per l’offerta legale.

Come infatti si osserva nelle regioni in cui tali interventi sono stati attuati, gli stessi stanno avendo, come unico effetto, quello di espellere dal territorio l’offerta di gioco legale, così spalancando le porte all’offerta illegale e alla criminalità organizzata, con buona pace di Domenico Chionetti, il quale, ricalcando il ragionamento di Roberto Centi nell’assimilare (in maniera impropria se non diffamatoria) il gioco legale alle organizzazioni criminali, sembra intravedere nella penalizzazione del gioco legale lo strumento per sottrarre risorse alla criminalità e riportarle nell’economia reale.

Proprio perché riteniamo che i temi oggetto dell’articolo di Bruno Viani siano di estrema importanza, auspichiamo che queste nostre brevi osservazioni possano contribuire ad affrontarli con maggiore obiettività anziché attraverso indebite e fuorvianti assimilazioni come quelle rinvenibili nelle citate dichiarazioni riportate nell’articolo.

RigraziandoLa per l’attenzione prestatataci, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Massimo Della Seta

Responsabile ASTRO per la Regione Liguria

 

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