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Il discorso di Massimiliano Pucci (presidente As.Tro) al direttivo del 24 settembre 2020

25 Settembre 2020

IL QUADRO GENERALE. LO SCENARIO POLITICO POST LOCKDOWN

La speranza che la pandemia e le devastanti conseguenze economiche che ne stanno derivando avrebbero imposto alla politica un riordino delle priorità e una nuova visione strategica si è rivelata infondata. Ci si era infatti illusi che, in campo economico, la priorità sarebbe stata quella di implementare ogni possibile iniziativa utile a favorire, in tempi brevissimi, uno shock positivo che consentisse quel “rimbalzo necessario a lenire le ferite inferte dal lockdown e, nell’ambito di una strategia più a lungo termine, a elaborare le forme di un rinnovato rapporto tra stato e impresa, improntato ad un sano pragmatismo che dovrebbe concretarsi nell’abbandono da parte della politica, di quell’atteggiamento di pregiudiziale sfiducia verso il mondo imprenditoriale che, soprattutto negli anni più recenti, si è tradotto in veri e propri atteggiamenti punitivi e persecutori generati da un incontrollato furore etico-ideologico.

Rimaniamo invece costretti ad assistere ad un deprimente confronto, tra maggioranza e opposizione, che, ben lontano da ogni visione strategica del futuro, incanala tutti gli sforzi su battaglie di corto respiro finalizzate ad ottenere i consensi necessari in vista delle periodiche scadenze elettorali. Ed allora tutto si riduce nel cavalcare tematiche che, nella graduatoria delle priorità, esplicano una rilevanza marginale (se non addirittura inesistente) ma che, al contempo, presentano il vantaggio di poter essere “risolte” con il minimo sforzo. L’unico che l’attuale classe politica si è dimostrata all’altezza di poter spendere. Insomma, per citare qualcuno più autorevole del sottoscritto “una politica che si occupa dell’inessenziale poiché ha la necessità di eludere la difficoltà e la complessità”

L’INTENSIFICAZIONE DELL’ACCERCHIAMENTO POLITICO E MEDIATICO NEI CONFRONTI DEL GIOCO LEGALE

E’ da tempo che noi operatori del gioco legale abbiamo preso coscienza del nostro ruolo di capro espiatorio da utilizzare, all’occorrenza, per sopperire alla ormai endemica assenza di quella visione politica laica, pragmatica e di ampio respiro che ispirò la classe dirigente nei primi anni 2000 nel prendere consapevolezza che la legalizzazione rappresentava l’unico strumento per sottrarre il gioco alla criminalità, tutelare l’utente e monitorare i comportamenti devianti, dirottare le risorse economiche verso le casse dello stato anziché in quelle della criminalità.

Rispetto a quell’estemporaneo sussulto di laico pragmatismo il quadro è mutato e l’intenzione della politica e di buona parte del mondo dell’informazione sembra indirizzarsi verso un ritorno al passato, alle bische clandestine, al picchetto ai videopoker. Anche se involontariamente, tutta l’azione dei detrattori del gioco legale sembra indirizzarsi verso un passato in cui il monopolio del gioco era ad esclusivo appannaggio delle organizzazioni criminali.

Sono ormai chiari i contorni della strategia attuata contro il gioco lecito, tutta improntata alla sapiente costruzione di fake news utili per motivare l’adozione di provvedimenti afflittivi nei confronti di attività economiche legali, contro ogni principio base di qualsiasi stato di diritto:

  • travisamento dei dati oggettivi sulle perdite economiche degli utenti;

  • ludopatia elevata ad emergenza nazionale (quando tutti i dati messi a disposizione dalle autorità sanitarie risulta all’ultimo posto, soprattutto tra i giovani, tra le forme di dipendenza);

  • equiparazione tra gioco legale e criminalità (con conseguente sottovalutazione dell’offerta del gioco illegale che la criminalità gestisce in proprio).

Quindi la strategia di accerchiamento nei confronti del gioco legale è del tutto evidente e preoccupante per il futuro del nostro settore. Su questo aspetto mi permetto di rivolgervi un richiamo alla consapevolezza, invitandovi ad abbandonare, l’ingenua illusione secondo cui questo attacco provenga soltanto da una parte politica, quella attualmente al governo, e quindi vi consiglio di evitare di riporre la speranza che uno stravolgimento dell’attuale quadro politico ci consentirebbe di tornare a dormire sonni tranquilli. L’attacco al gioco legale è purtroppo trasversale. Si tratta di uno dei tanti argomenti di cui si nutre il populismo odierno che domina, tranne rare eccezioni, sia il campo della destra che quello della sinistra (anche sul fronte delle politiche restrittive attuate dai Comuni in tema di orari di funzionamento degli apparecchi è divenuto sempre più difficoltoso operare delle distinzioni tra enti amministrati dal csx o dal cdx).

IL RUOLO DELLA MAGISTRATURA E LA NEGAZIONE DEI DIRITTI.

L’ accerchiamento messo in atto contro il gioco legale trova sponda nell’atteggiamento prevalente della magistratura, amministrativa e costituzionale, le cui pronunce dimostrano un’esplicita negazione alle imprese del gioco legale delle normali tutele giuridiche riconosciute agli altri soggetti dell’ordinamento giuridico. Principi di diritto consolidati e costantemente riaffermati dalla giurisprudenza vengono normalmente disattesi, dai tribunali amministrativi, dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale, quando si occupano del settore pubblico. Ne consegue che un intero settore economico si trova oggi privo del diritto alle tutele giurisdizionali riconosciute dalla Costituzione.

È proprio il potere giudiziario ad aver avallato gli interventi normativi di singole regioni che hanno portato, di fatto, alla chiusura coatta di imprese operanti nella piena legalità e la cui attività, non solo continua ad essere ritenuta lecita dallo stato e dalla Autorità di Pubblica Sicurezza, preposte al rilascio o alla revoca delle relative autorizzazioni, ma anche, addirittura, è esercitata per conto e sotto l’egida dello Stato.

Colgo invece uno spiraglio di luce nell’ordinanza del 31 Agosto u.s. con la quale il Consiglio di Stato, ha rinviato alla Corte di Giustizia della UE la valutazione della legittimità del noto prelievo dei 500 milioni attuato dal Governo Renzi nei confronti dell’intera filiera del gioco lecito.

A prescindere da quale sarà l’esito di questa vicenda, sulla quale è bene ricordare l’atteggiamento di Astro come sempre improntato a coniugare la battaglia politica a sostegno delle istanze dei nostri iscritti con il rispetto della legge, questa pronuncia del Consiglio di Stato, ha il pregio di evidenziare, per la prima volta con riguardo alle imprese del gioco, la probabile lesione, che quella norma avrebbe provocato, del principio del legittimo affidamento (dei cittadini e delle imprese) nella stabilità e coerenza dell’ordinamento giuridico.

Ma abbiamo assistito troppe volte all’affievolirsi di quelle che, di volta in volta, ci erano apparse come luci in fondo al tunnel. Non ci sono quindi segnali che contraddicono la consapevolezza che il nostro settore sia oggi bersaglio di un attacco concentrico che ne sta mettendo a rischio la sopravvivenza e di fronte al quale la nostra Associazione non potrà assistere inerme, limitandosi ad inseguire le priorità contingenti, la cui agenda ci viene imposta dai nostri detrattori.

L’ESIGENZA DI CAMBIARE PER GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA DELLE NOSTRE AZIENDE.

L’epoca della difesa del “qui ed ora” è al tramonto. L’orizzonte dell’imprenditore Astro dovrà allargarsi e la prospettiva immediata è l’acquisizione della serena percezione di poter essere in grado, in futuro, di trasferire un’azienda solida ai propri figli.

L’auspicio è quello di liberarsi di quell’affannosa angoscia derivante dalla percezione quotidiana del rischio di non poter alzare, l’indomani la saracinesca della propria azienda. Non possiamo restare fermi ad attendere il decorso degli eventi, coltivando la falsa speranza di un loro spontaneo rivolgimento in una direzione a noi favorevole.

Ritengo allora doveroso ed urgente intraprendere, con rinnovata determinazione, una reale azione politico associativa che possa manifestarsi sia sul piano della comunicazione che su quello dell’interlocuzione con i soggetti politici. Dobbiamo insinuarci nelle falle evidenti che incrinano la narrazione portata avanti dal fronte proibizionista e minarne gli equilibri ipocriti su cui si tiene.

Si tratta in buona sostanza di abbandonare quell’atteggiamento sommesso, forse generato da un immotivato senso di colpa (inoculatoci con meticolosa capacità ipnotica dagli stessi mistificatori che ci combattono) e recuperare le motivazioni che ci consentano di rivendicare con forza il nostro ruolo di attori del gioco legale. L’obiettivo è quello di riportare al centro del dibattito politico il tema dell’antiproibizionismo, nella sua più ampia accezione e, per ciò che riguarda in maniera specifica il nostro settore, far resuscitare le istanze che ne ispirarono il processo di legalizzazione.

È bene tener presente che affrontare il tema dell’antiproibizionismo significa anche smascherare le ipocrisie e le contraddizioni che in questo fronte si annidano. Aumentano infatti le voci, soprattutto in ambito politico, di coloro che, invocando a gran voce la legalizzazione delle droghe leggere, rivendicano l’anti proibizionismo come background culturale, seppure, al contempo, quando si affronta il dibattito relativo al gioco, l’unico concetto che, in coro, sono capaci di esprimere è “proibire, proibire e ancora proibire”. Con una certa saccenza snob rispondono a tale obiezione appellandosi ad una graduatoria, da loro stessi stilata sulla base della presunta esistenza di una scala di “virtuosità dei vizi”.

L’onestà intellettuale imporrebbe invece di considerare in egual misura gli innegabili benefici che la gestione di entrambi i fenomeni nell’ambito di un mercato regolamentato e trasparente garantirebbe sul piano della legalità e della tutela della salute pubblica.

COMUNICAZIONE E TERRITORI

Dovranno essere queste tematiche a delineare la cornice di riferimento della nostra nuova comunicazione politica, il cui obiettivo dovrà essere tra l’altro rappresentato dalla necessità di intervenire sulla percezione negativa che l’opinione pubblica ha maturato nei nostri confronti, al punto da aver generato in noi stessi l’amara consapevolezza di non poter contare su alcun tipo di solidarietà, anche di fronte ad abusi di portata tale da non poter turbare il comune buon senso : la chiusura per legge regionale di un impresa legale e la messa in strada, da un giorno all’altro, dell’imprenditore e dei suoi dipendenti, dovrebbero, di norma suscitare il pubblico dissenso, su cui purtroppo, invece, non possiamo confidare.

Questi obiettivi ci impongono di intensificare la nostra azione sui territori, compresi i comuni più piccoli, dove più forte potrebbe essere, nella popolazione, la percezione delle conseguenze della chiusura di una sala o un’azienda: lo stato di disoccupazione cui vengono costretti i dipendenti e lo stesso imprenditore, altre al disagio che ne deriva alle loro famiglie.

Un’ efficace attività comunicativa non può fare a meno dell’utilizzo delle nuove tecnologie.

Per questa ragione stiamo avviando un radicale rinnovamento del nostro sito, non solo nella sua veste grafica ma anche e soprattutto in quella dei contenuti che non saranno più riservati solo alle tematiche di settore ma si estenderanno all’approfondimento di questioni che riguardano trasversalmente le problematiche politico economiche e sociali, che, comunque, in quanto cittadino ed imprenditori, ci coinvolgono a prescindere dallo specifico ambito in cui si svolge la nostra attività. Ma soprattutto sarà implementata all’interno del sito un’apposita sezione dedicata alle aziende che compongono Astro, i nostri migliori pezzi d’argenteria. Uno strumento utile a svelare le imprese Astro nella loro reale dimensione umana e aziendale, così da sfilarle da quella cornice ombrosa e distorta in cui la narrazione pubblica le ha artatamente relegate.

IMMAGINARE UN NUOVO MODELLO ASSOCIATIVO

L’efficacia di tale rinnovata azione dell’associazione dipenderà dalla sua capacità si essere al contempo, forte, duttile e capillare.

Forza, duttilità e capillarità: sono obiettivi interconnessi al pari delle strategie necessarie per attuarli.

La forza richiede ampliamento della rappresentanza sia in termini di numero di associati che di allargamento degli ambiti territoriali rappresentati. Ed è su quest’ultimo aspetto che entra in gioco il concetto di capillarità che fino ad oggi avevamo declinato soltanto nel senso di “diffusa articolazione territoriale” (obiettivo che resta comunque fondamentale) e che ora dobbiamo immaginare anche come “diffusa articolazione all’interno dei diversi ambiti imprenditoriali che compongono il comparto del gioco legale”.

Un’ associazione forte e capillare è anche duttile, ossia in grado di adattarsi velocemente al repentino mutare del corso degli eventi. Un’associazione che sappia trasformarsi nella nave immaginata dal teologo inglese Roger Williams, formata da anime diverse che condividono la buona e la cattiva sorte ma tutte tese verso un unico obiettivo nel rispetto delle proprie diversità. Una nave dove l’equipaggio deve garantire “che nessuno dei papisti o dei protestanti degli ebrei o dei turchi sia obbligato a partecipare a preghiere comuni né venga strappato alle proprie preghiere o al proprio culto se ne pratica uno”

UNA NUOVA IDEA DI RAPPRESENTANZA: DAL “GESTORE” ALL’ “OPERATORE DEL GIOCO LECITO”.

Il tema su cui intendo soffermarmi con più attenzione è quello della proposta di estensione della rappresentanza anche a segmenti del gioco legale rimasti finora estranei al nostro raggio di azione. In altre parole, trasformare astro da un’associazione di rappresentanza del “gestore” ad un’associazione di rappresentanza dell’”operatore del gioco”.

L’argomento dell’inserimento di soggetti ulteriori rispetto ai gestori lo affrontammo già quando si trattò di inserire organicamente all’interno dell’associazione le imprese costruttrici di apparecchi. Qualcuno all’epoca aveva legittimamente segnalato la possibile inconciliabilità delle due figure, vista l’eventualità che i rispettivi interessi sarebbero potuti entrare in conflitto.

L’intuizione, fu quella di costituire un tavolo tecnico composto da costruttori e gestori. Questa sede permanente di interazione con i produttori ha consentito ai gestori di poter intervenire sulla stessa progettazione dei prodotti, rendendoli più compatibili con le loro esigenze, e ai costruttori di poter avvantaggiarsi della accresciuta appetibilità dei loro prodotti tra la platea dei gestori.

Gli effetti più evidenti di questa contaminazione li abbiamo toccati con mano, visti i risultati ottenuti con l’eliminazione del progetto sulla blindatura delle periferiche che ha evitato alle nostre aziende il sacrificio di dover cambiare l’intero parco macchine.

La proposta di oggi muove dalla consapevolezza che il gestore Astro non è più quello del 2007 l’anno di nascita della nostra associazione. Nella nostra epoca, tredici anni equivalgono ad un secolo. Per necessità o, per virtù i nostri imprenditori hanno già maturato una visione integrata della propria attività. Molti di voi già si sono o si stanno approcciando con il settore del gioco on line o delle scommesse, se non di entrambi.

Ma anche chi ritiene legittimamente di continuare a concentrare la propria attività nell’ambito della rete fisica degli apparecchi potrà trovare, nella presenza di una apposita sezione on line e scommesse, nuove occasioni di ampliamento della propria attività senza dover necessariamente snaturare il suo nucleo originario.

La mia proposta di costituire, all’interno dell’associazione, un’apposita area dedicata al gioco on line ed alle scommesse, poggia sulle ragioni che ho già illustrato e che possono essere sinteticamente declinate secondo le seguenti formulazioni:

  1. La consapevolezza che l’evoluzione dei tempi preclude la possibilità di immaginare la conservazione di un mondo settorializzazione in piccoli spazi indipendenti e tra loro non interconnessi. Tale constatazione assume connotati più nitidi dal punto di vista dell’imprenditore del gioco al quale l’incertezza impressa dall’arbitrio politico cui è soggetto impone di prendere in considerazione l’idea di sinergie e/o progetti alternativi.

  2. Il grado di autorevolezza di un’associazione di categoria, in questi anni di difficile agibilità degli enti intermedi, è direttamente proporzionale all’ampiezza quantitativa e qualitativa della sua base di rappresentanza.

Come presidente di un Associazione, il cui processo di crescita è stato incentrato sulla tutela del gestore, le riflessioni e le interlocuzioni che hanno accompagnato l’elaborazione di questa proposta sono state tutte finalizzate all’acquisizione di elementi che mi convincessero dell’utilità di questa scelta , non solo per il rafforzamento dell’Associazione in quanto tale, ma anche e soprattutto per salvaguardare il futuro delle nostre aziende, seriamente messa a rischio dalle ben note dinamiche politico amministrative che subiamo quotidianamente.

All’esito di questo approfondimento preliminare, abbiamo maturato, l’idea secondo cui la mission del gruppo dirigente di Astro sarà quella di garantire che questo allargamento dei segmenti imprenditoriali, che comporranno l’associazione dovrà essere tutto finalizzato a creare delle nuove proficue sinergie tra il mondo dei gestori e quello degli operatori dell’on line e delle scommesse.

Nel corso di tali approfondimenti preliminari ho quindi avuto modo di apprendere l’esistenza di un ampio ventaglio di opportunità che questa interazione può offrire alle nostre aziende i cui dettagli tecnici vi verranno illustrati con un apposito intervento nel prosieguo della riunione.

NECESSITÀ DI SUPERARE I CONFLITTI DI FILIERA

Il nuovo percorso che ci apprestiamo ad intraprendere è volto anche a superare il più annoso dei problemi che affliggono il nostro settore: l’esasperata conflittualità tra i vari segmenti della filiera.

Superare i conflitti tra i vari soggetti/prodotti del nostro settore è un’ambizione non più procrastinabile per la sopravvivenza delle nostre aziende. Ho partecipato ad ogni progetto volto a ridurre a sintesi le istanze dei vari soggetti che compongono la nostra filiera. Progetti nobili e coraggiosi da cui ho imparato molto ma che purtroppo, dopo esordi convincenti, sono sempre tutti naufragati. Il primato dell’interesse particolare sull’interesse generale e le aspettative del futuro sacrificate sull’altare del contingente sono stati, alla lunga, ostacoli che non siamo mai riusciti a superare. Ed il prezzo di questi fallimenti lo abbiamo pagato tutti.

È giunto il momento di provare a superare questi ostacoli.

L’emergenza che attanaglia l’intero settore del gioco legale, non consente a nessun segmento della filiera di limitare lo sguardo all’interno degli angusti confini dei propri contingenti interessi come finora è accaduto.

Usando un’abusata metafora potrei dire che abbiamo trascorso gli ultimi anni ad occuparci di beghe condominiali senza però accorgerci che l’intero edificio stava bruciando.

L’attacco proibizionista in atto, scagliatoci dal fronte trasversale che mira (involontariamente) a riportare il mondo del gioco lecito nell’orbita dell’illegalità, coinvolge tutti, nessuno può più sentirsi al sicuro.

Bisogna allora chiedersi quale dovrà essere il nuovo ruolo dell’associazione all’interno del quadro di riferimento appena descritto.

Io penso che Astro dovrà cambiare perché sono i tempi che sono mutati. Non potrà più essere vissuta e percepita come una sommatoria confusa di interessi puntiformi, temporanei e spesso confliggenti, un tram su cui i passeggeri salgono in ordine sparso e da cui immediatamente scendono, subito dopo aver percorso il breve tratto di strada coincidente con le loro momentanee esigenze. Un’associazione di categoria, soprattutto se operante su un settore delicato come il nostro, non può assomigliare ad un CAF o ad un patronato, ove ci si rivolge solo per risolvere problemi pratici legati alla quotidianità.

L’urgenza della imminente scadenza delle Concessioni, correlata all’incertezza del quadro organizzativo che ne scaturirà, ci conferma la priorità che Astro, nella sua unità, si renda protagonista, proponendo un’idea di riforma, nella fase di progettazione del “nuovo modello di gioco legale”.

Dall’associazione che io immagino dovranno anche scaturire idee e proposte per la soluzione delle problematiche collaterali all’attività di gioco, soprattutto sul fronte della lotta alle dipendenze così da poter rinforzare la posizione di interlocuzione con i servizi sanitari e di prossimità.

Questi obiettivi costituiscono il nucleo centrale del “manifesto dell’associazione” redatto dal Presidente del nostro Centro Studi Dott. Armando Iaccarino e che lui stesso vi illustrerà nel dettaglio nel corso di questa riunione. Un manifesto che deve rappresentare il nostro “contratto sociale”, la nostra stella polare, che non può prescindere dalla strenua lotta ad ogni forma di illegalità e dalla promozione di un gioco sempre più sostenibile, a tutela della salute del giocatore, attraverso l’individuazione di forme e modalità di formazione ed informazione che riempiano di contenuti il perseguimento del “gioco responsabile”, vero cardine della sostenibilità del sistema.

Se non dovessimo trovare coesione, al nostro interno, nella condivisone degli obiettivi che ho appena descritto, se, detto in altri termini, prevalesse l’idea di perseguire un modello associativo che ricalcasse le vecchie divisioni di filiera e di prodotto, credo che avremmo perso l’occasione per munirci di un’arma decisiva per la sopravvivenza del settore del gioco legale.

Il compito è arduo. Ma oggi abbiamo la maturità per affrontarlo, con il patrimonio di competenze acquisite e il coraggio che avete sempre mostrato di possedere in questi 13 anni vissuti insieme.

Un sentito ringraziamento a tutti i consiglieri che in questi anni mi hanno fatto sentire parte di un gruppo e un benvenuto a tutti i nuovi che entreranno. Parafrasando lo scrittore brasiliano Fernando Sabino alla fine di tutto restano due cose: la certezza che stiamo sempre iniziando e la certezza che abbiamo bisogno di continuare”.

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