Skip to main content
Logo Confindustria
Know your limit. Play within it.

Fibrillazioni politiche: le imprese restano fuori dalle iniziative istituzionali e il gioco non fa più eccezione, il nuovo ruolo delle associazioni

6 Settembre 2010

Quando il gioco lecito ha deciso di diventare una industria ha legato il suo destino a quel insieme di parametri vitali che contraddistinguono la vita produttiva del Paese. Improvvisamente il Gioco ha scoperto di avere (anche lui) bisogno di uno Stato (un po’) diverso dall’attuale, ovvero di una entità organizzativa che garantisca infrastrutture (strade, trasporti, banda larga, energia, ecc ) e validi processi gestionali della vita pubblica (Tribunali, Uffici Amministrativi, ecc. ).
Improvvisamente, ci si è resi conto che (anche) un noleggio di slot ha bisogno di procedure standard che non richiedano adattamenti Comune per Comune, quando addirittura strada per strada. Improvvisamente ci è trovati nella necessità di aver bisogno di capire come valorizzare e razionalizzare manodopera, risorse, tempo, conoscenze.
E’ quindi corretto pensare che ci sia un filo che colleghi lo stato di salute dell’industria a quello del nostro settore, immensamente diverso, in alcune sue dinamiche, dai tradizionali comparti, ma pur sempre caratterizzato da sensibili profili “standard”, quali l’impatto con la burocrazia, il mondo bancario, il sistema tributario, il costo del lavoro.
Confindustria attesta uno stato di salute complessivo dell’industria assolutamente insoddisfacente, e benché si cerchi di tenere alto il morale generale attraverso l’analisi di indicatori economici in via di miglioramento, l’esito dei ragionamenti è sempre lo stesso: con queste infrastrutture, con questa burocrazia (Giustizia civile in primissimo piano), e con questa perenne indifferenza nei confronti dell’unico prodotto che può garantire all’Italia un mercato (l’eccellenza), non si va lontano.
Il GIOCO PUBBLICO nuota in questo mare e con tutti i suoi “distinguo” che sino ad ora lo hanno (parzialmente) riparato da fenomeni quali la “crisi degli ordini”e “la stretta creditizia” si trova ora a fare i medesimi conti degli imprenditori “tradizionali”, il cui principale problema è e resta principalmente uno: l’insostenibilità di una trasformazione industriale che punti sull’eccellenza congiuntamente alla insostenibilità delle attuali posizioni di mercato fondate solo sulla concorrenzialità dei prezzi.
Il Gioco PUBBLICO, pertanto, come tutte le altre industrie, avrebbe bisogno di tanto “attivismo riformatore”, ma deve fare i conti con una Politica che ha altro a cui pensare.
Tutte le associazioni di categoria “serie”, pertanto, devono accettare di duplicare i loro sforzi, ma soprattutto devono accettare la nuova sfida del momento; abbandonare il loro vecchio ruolo di “difensore” di posizioni, per intraprendere un percorso di “supplenza politica”, ovvero di suggeritore di innovazioni a cui subordinare la permanenza della funzione sociale dell’impresa.
La collocazione del Gioco pubblico nell’alveo di Confindustria garantisce un valido parametro comportamentale per le rappresentanze, alle quali, ora, serve quel medesimo supporto dalle aziende che, negli altri comparti, contraddistingue il rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Sono infatti le aziende che devono comprendere la loro prospettiva di eccellenza, il percorso attraverso il quale la loro entità imprenditoriale può diventare competitiva, trasmettendo alla rappresentanza i riferimenti per trasformare un progetto in una riforma.
Allo stato attuale AS.TRO ha acquisito un punto fermo caratterizzante la situazione del GIOCO LECITO: fino a quando il GIOCO ILLEGALE non sarà contrastato con un’azione coinvolgente tanto le Istituzioni quanto il mondo delle imprese, espressamente finalizzata a rendere l’irregolarità un fenomeno non competitivo sul piano gestionale e organizzativo, l’eccellenza e lo sviluppo del settore resterà un obiettivo di arduo ottenimento.

I NOSTRI PARTNER

Logo snaitech
Logo Astro
Logo codere
Logo ASTRO