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“Gioco d’azzardo dalle illusioni alla realtà”: il resoconto del convegno organizzato dalla Regione Emilia Romagna

2 Ottobre 2012

Come annunciato nei giorni scorsi, si è svolto ieri, 1 ottobre 2012, il convegno “Gioco d’azzardo dalle illusioni alla realtà” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha messo insieme gli esperti del gioco pubblico e della società scientifica per analizzare la situazione del comparto del gioco pubblico anche alla luce delle nuove misure previste dal Governo con il Dl Balduzzi. Tra i relatori del dibattito, è intervenuto il Presidente AS.TRO Massimiliano Pucci in rappresentanza della filiera del gioco.
L’evento è stato seguito dalla testata specializzata, GiocoNews.it, e di seguito riportiamo un estratto dei contenuti del convegno.
Il vicepresidente di Sistema Gioco Italia e presidente di AS.TRO, Massimiliano Pucci, intervenuto ha sottolineato: “Il decreto Balduzzi non si può dire che non abbia fatto nulla in termini di tutela dei giocatori, in primis perché ha avviato la concertazione tra enti locali e ministero delle finanze per la disciplina delle sale da gioco a partire dal rilascio delle prossime concessioni. Questa è un’impostazione del tutto condivisibile e un’opportunità per l’associazionismo del settore. Non è vero però che il settore non fa nulla a livello di prevenzione e informazione. Assotrattenimento, l’associazione che presiedo, distribuisce il decalogo del giocatore responsabile in 32mila locali, che è soltanto una piccola parte dei luoghi in cui si gioca che siamo riusciti a raggiungere. Ma mi ha fatto tuttavia piacere sentire un esperto di questa materia, come il presidente del Conagga Matteo Iori citare il decalogo di As.Tro come esempio positivo e concreto di prevenzione.
Anche per quanto concerne la pubblicità del gioco non si può certo dire che il settore non abbia fatto nulla visto che è stato presentato martedì scorso l’accordo tra la federazione del gioco di Confindustria e lo Iap per un percorso avviato già molto tempo prima del decreto Balduzzi e dell’intervento dunque del Governo”.
Secondo Pucci è fondamentale la concertazione su questi temi ed è impensabile condurre una guerra contro il gioco lecito, perché spalancherebbe le porte al gioco illecito. Ma si deve affrontare il tema insieme perché le aziende del gioco non devono fare i medici, ma i medici non possono fare i bilanci alle aziende del gioco, tanto più che tale aziende rappresentano lo Stato”.
Molto duro nel suo intervento, il Presidente dell’Anci, Graziano Delrio, che ha affermato: “Il gioco è un fenomeno carsico che sta compromettendo la coesione sociale. Si spendono quasi 70 miliardi di euro e si sottovalutano i pericoli della pubblicità del gioco. La buona politica deve dire che il gioco crea dipendenza e per questo dobbiamo raccontare anche i drammi delle famiglie distrutte dal gioco. Ci sono le lobby che sono troppo forti e non è logico che sia Aams a dare le concessioni. Personalmente sono contrario alle sale giochi in città e non ci sto ad avere le mani legate su questo tema”.
L’assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna, Carlo Lusenti, aggiunge: “Il problema del gioco d’azzardo è soltanto un sintomo di una vera malattia che è la perdita di valori di una società da cui deriva l’errata impostazione di uno Stato che vuole fare cassa con il gioco – peraltro senza neanche riuscirci fino in fondo – senza preoccuparsi degli effetti sul sociale. Per questo ben venga lo Stato che si fa carico del gioco patologico, anche se avrà un impatto notevole nell’economia del paese ma è un segnale importante di una presa di coscienza della politica”.
Ma lo Stato sarà in grado di affrontare in termini economici la dipendenza da gioco? “Si è sempre in grado, ma fino a un certo punto. L’importante è che sia stato fatto un primo passo – commenta a Gioconews.it – i segnali del disagio sono eclatanti e il dato diffuso oggi è di 600 casi di assistenza sociale legati al gioco in Emilia Romagna, ma gli utenti potenziali stimati dal Servizio Sanitario potrebbero raggiungere i 10mila casi. Sono assolutamente contrario al proibizionismo che non è una soluzione. Condivido invece quanto detto dalla commissione della Camera, cioè che occorre intervenire con informazione sul gioco e diffusione dei dati sulle reali possibilità di vincita, mettendo un freno alla pubblicità ingannevole, ma soprattutto dando potere ai sindaci. Non è possibile che per aprire un ambulatorio medico devi chiedere il permesso al sindaco e non devi farlo per una sala da gioco. Insomma, non al proibizionismo, ma sì a regole chiare e informazione come avviene del resto in altri paesi. Noi siamo il paese dove si gioca di più, ma non abbiamo sviluppato modelli di regolamentazione idonei come in altri paesi”.
 

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