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Giuseppe Iori (AS.TRO): “Si denunci gioco illecito e criminalità, ma non si confonda con l'industria del gioco lecito e tutelato”

13 Settembre 2011

All’indomani delle accuse lanciate dal responsabile dell’associazione ‘Papa Giovanni’ di Reggio Emilia – Mattero Iori – attraverso il quotidiano locale ‘La Gazzetta di Reggio’, che si scagliava contro l’intero comparto del gioco pubblico per via dell’apertura di una sala VLT nel reggiano, riportiamo la risposta e rettifica di un altro Iori (per un curioso caso di semi-omonimia), Giuseppe, membro del Direttivo Nazionale di AS.TRO, pubblicata sullo stesso quotidiano.

Nella sua denuncia, il presidente dell’associazione Papa Giovanni parlava appunto della “apertura a Reggio di Macao: un ‘casinò locale’ aperto senza interruzioni 24 ore al giorno; con slot machine, videolottery, scommesse ippiche e fra poco una sala per giocare a poker con denaro contante. Tralasciando i commenti sul fatto – ha spiegato Iori – che viene presentata alla stampa come un’attività che farà  ‘beneficienza all’Aquila’ – si legge nella presentazione dell’iniziativa firmata da Matteo Iori dell’associazione Papa  Giovanni – non si può non cogliere questo come un preoccupante segnale dei tempi”, con la città di Reggio che sarebbe, secondo Iori, “sempre più invischiata nel gioco d’azzardo”, con tanto di dati sulla propensione dei cittadini al gioco d’azzardo.

Le dichiarazioni e gli accostamenti proposti non sono però andati già al titolare della sala Macao, nonché membro del Direttivo AS.TRO: “Le affermazioni del rappresentante della associazione Papa Giovanni meritano profonda attenzione ma anche seria ammenda – scrive Giuseppe Iori di AS.TRO –  Se da un lato è corretto denunciare la debolezza della società a veicolare dei valori che rendano i cittadini più sobri nelle rispettive scelte di acquisto, dall’altro lato non si può accettare che si diffonda uno zibaldone confuso tra gioco d’azzardo, criminalità, gioco legale e destinazione di scopo dei proventi dei diritti videolottery alla ricostruzione dell’Abruzzo.
Nessun contributo informativo può infatti essere correlato ad una generica citazione di dati e
relazioni di cui si dimostra l’assoluta non padronanza di fonti e analisi, se il fine di tanto ardore
comunicativo è la pubblicizzazione delle attività dell’Associazione cui si appartiene allestite
per incontrare e parlare con i giocatori della provincia di Reggio Emilia. La destinazione dei
proventi della vendita dei diritti concessori delle videolottery alla ricostruzione dell’Abruzzo
è legge, e al civico impegno, semmai, si chiede di verificare i  canali istituzionali di distribuzione
delle citate risorse, faticosamente reperite dall’industria del gioco lecito con gravosi mutui
per oltre 800 milioni di euro. Quanto alla “eticità” dell’attività di gestore di gioco, valga la policy
dell’azienda che rappresento, collimante con le linee guida impartite dall’Associazione Nazionale
degli operatori del gioco lecito (AS.TRO) di cui mi onoro di presenziare nel relativo direttivo:
informazione responsabile all’interno del locale, attraverso il decalogo del giocatore, massimo
rigore in termine di legalità e rispetto delle normative di settore, sorveglianza interna per la
prevenzione di qualsiasi forma di sfruttamento delle condizioni economiche degli avventori.
AS.TRO è impegnata da tre anni in progetti di sensibilizzazione sociale per l’affermazione
di una cultura del gioco sicuro e non eccessivo, e tante realtà di sostegno ai giocatori problematici
hanno dato atto della determinazione con cui una maggior parte del settore sostiene la necessità (industriale prima ancora che etica) di mantenere l’utenza in condizioni di sicurezza e tranquillità. Discorso diverso, invece, vale per il gioco d’azzardo vietato e illegale, con il quale si è stati scorrettamente assimilati, per il quale l’utente occasionale è il pollo da spennare “tutto e subito”, attraverso pratiche sottratte al monitoraggio dell’Amministrazione Finanziaria. Nell’auspicio che
l’impegno sociale dell’Associazione Papa Giovanni XXIII possa aiutare la provincia di Reggio
Emilia a ritrovare una più solida propensione verso la cultura e il civismo, si sottolinea come
tale obiettivo sia totalmente indipendente dall’industria del gioco lecito, sicuro e tassato,
che al pubblico di propone in un contesto di ferree regole e cautele in costante affinamento
d’intesa tra i Monopoli di Stato e il Ministero della salute, secondo quanto prescritto dall’articolo
1 comma 70 della legge n. 220 del 2010”.

SCARICA L’ARTICOLO PUBBLICATO SULLA GAZZETTA DI REGGIO

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