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Il Governo chiarisca la “fetta di fiscalità” che intende rinunciare dal gioco lecito

6 Marzo 2017

Una delle ultime notizie (che è passata un po’ sotto tono, rispetto al frastuono mediatico che sempre caratterizza il gioco lecito), è quella relativa alla c.d. “fetta di fiscalità” che il Governo sarebbe pronto a rinunciare per attutire l’impatto socio-sanitario dell’offerta pubblica di gioco legale .
Il sacrificio erariale è stato dichiarato, davanti alle telecamere, come “inevitabile” per sostenere il programma di riduzione dell’offerta delle (sole) AWP da (solo) bar e tabacchi e tutelare la salute pubblica.
A livello industriale sappiamo far di conto e ci sia consentito verificare se a livello politico vi è – o meno – reciprocità.
Venga quindi “espressa” (ovvero “cubata”) la cifra.
Qual è l’importo di fiscalità che si ritiene di rinunciare per comprovare la natura “sociale” (e quindi non speculativa) della proposta di riordino delle sole AWP, che è alla base della ricerca di accordo politico tra Governo ed Enti Locali?
Chi viene dal “mondo del lavoro” sa che la differenza tra parole vuote di contenuto e seri intenti passa per le cifre che si mettono sul tavolo, in primis quelle relative alla fiscalità.
L’industria chiede di conoscere i numeri “fiscali” della riforma, indipendentemente dai risvolti di segmento che la medesima volesse (eventualmente …. ) privilegiare o sacrificare, ma soprattutto “pretende” una RIFORMA RISOLUTIVA dei problemi, in quanto non si possono tagliare migliaia di imprese e di posti di lavoro solo per “provare” un cambiamento estemporaneo, inefficace, o, peggio, che nulla cambi per davvero.
La contrazione industriale per motivi di salute pubblica” è una cosa (e solo i dati sulla fiscalità rinunciata ne attesterebbero questa natura), mentre la razionalizzazione distributiva di “un solo prodotto”, non “cifrata fiscalmente”, odorerebbe tantissimo di mero “ri-posizionamento” di raccolta a invarianza di aspettativa di gettito (e quindi ad invarianza di impatto sanitario del gioco lecito).
Il primo scenario attiene al senso di responsabilità, davanti al quale AS.TRO non si è mai tirata indietro, il secondo, ai privilegi, per tutelare i quali, notoriamente, le cifre messe sul tavolo risultano sempre molto poco definite.

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