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Il gioco in Confindustria: lettera aperta del presidente AS.TRO Massimiliano Pucci al Presidente della Federazione di Filiera

8 Febbraio 2012

Spett. le

Federazione di Filiera Sistema Gioco Italia

All’attenzione del Presidente

Dott. Massimo Passamonti.

Egregio Presidente,

alla vigilia della pubblica presentazione alla stampa della “nostra ”Federazione di filiera, avverto la necessità di esternare alcune considerazioni, alla luce delle quali rendere evidenti i ringraziamenti e le congratulazioni che si intendono rivolgere all’artefice di un obiettivo che i più consideravano impossibile.

Da quel novembre del 2009, in cui le cinque associazioni fondanti l’attuale Federazione costituirono l’area gioco e intrattenimento, non è passato solo del tempo; si è effettivamente “imparato” a fare una politica “confindustriale”.

Nel 2009, spiegare ai gestori l’importanza di concepire la rappresentanza di categoria, in un contesto unitario a quello degli altri segmenti della filiera, sembrava impossibile, contrario a quella antica tradizione che per tanto tempo aveva tenuto prigioniera la “mente” del gestore all’interno di una anarchica concezione del proprio status, più simile a quella di un nomade dell’imprenditoria che a quella di un’azienda che movimenta milioni di euro, garantendo occupazione a tante famiglie.

Da quel giorno “tutti” abbiamo iniziato a percorrere un cammino politico e culturale nuovo, illuminato dalle linee guida confindustriali che hanno immediatamente ridimensionato le distanze iniziali che separavano le singole categorie. Ricordo le prime fondamentali parole del dott. Perisicch, in risposta alle nostre “cautele” nei confronti del progetto di unione di operatori in posizione di filiera, volte ad evidenziare come il contesto confindustriale fosse proprio la naturale sede di composizione politica delle frizioni che normalmente si creano lungo le filiere, nella quotidianità operativa e commerciale. L’esempio dell’industria petrolifera e della complicatissima gestione dei rapporti di filiera di quel settore fu illuminante per fondare la piattaforma operativa dell’allora area giochi, e dell’odierna Federazione, chiarendo a tutti noi la strategica differenza tra le tutele di singole aspettative imprenditoriali contingenti, e il patrocinio di un’idea di mercato di riferimento sempre più ottimale. Le prime attengono alle singole realtà aziendali, la seconda è la base di partenza per consentire a tutte le imprese, in qualsiasi posizione collocate nella filiera, di operare in condizioni di sviluppo (e non di recessione).

Tassazione, sviluppo, sensibilità politica sul fronte delle riforme, attenzione istituzionale al settore, questi sono i campi in cui si è incominciata a far sentire la voce del gioco lecito di Confindustria s.i.t. , o per meglio dire una “nuova voce”, portatrice di un univoco indirizzo condiviso dalla maggioranza del volume di affari generato dal gioco lecito. La novità, che oggi sembra banale ma che allora fu rivoluzionaria, e che anche attualmente è concetto incomprensibile per molti, è stata quella di individuare ciò che unisce, ciò che danneggia tutti, ciò che a tutti crea un peggioramento delle condizioni operative. Grazie ad una rappresentanza che ha voluto comportarsi subito da “filiera”, si è raggiunto un equilibrio politico addirittura superiore a quello di altri settori con maggiore anzianità di servizio. Per fare esempi, temi quali il PREU, la complementarietà tra VLT e AWP, il riconoscimento giuridico del gestore, la tutela della legalità, hanno conosciuto la “voce” del gioco confindustriale come unitario contesto di interlocuzione istituzionale, con risultati oggettivi che solo i nostalgici dell’antica anarchia soffocano nelle lamentele per le difficoltà quotidiane (dimenticando che le imprese altrove chiudono i battenti). Sicuramente non si è risolto tutto, sicuramente non si vive in un Eden che peraltro striderebbe al cospetto di un sistema – Paese in profonda crisi di identità; tuttavia, la condizione del gestore, che nel 2004 era una fantasma giuridico, che non sapeva neppure come compilare il proprio bilancio, per via della estrema ambiguità del proprio ruolo, oggi è decisamente diversa da allora.

AS.TRO deve molto a Confindustria, nel senso che i gestori AS.TRO devono molto

  • all’affermarsi di una cultura imprenditoriale alternativa rispettivo a quella in voga nel 2004, senza la quale il gestore non sarebbe un operatore riconosciuto giuridicamente;

  • all’affermarsi di una realtà che consente loro di presentarsi alle Istituzioni Territoriali come componenti di una rappresentanza seria ed autorevole,

  • all’affermarsi di una cultura politica della rappresentanza in virtù della quale si lavora per ottimizzare ciò che fa crescere il fatturato e contrastare ciò che lo abbatte.

Da Presidente di AS.TRO, quindi, devo ringraziare il Presidente della Federazione per l’impegno profuso affinché delle “sigle” si comportassero da ingranaggi di un “sistema”, pensato per guardare in avanti e non al passato, non senza rimarcare l’importanza del lavoro svolto dai Colleghi delle altre associazioni per assecondare questo percorso .

All’amico dott. Massimo Passamonti vanno quindi le più sincere congratulazioni personali e di tutto il Consiglio Direttivo AS.TRO per l’eccellente lavoro svolto.

Cordialmente

Avv. Massimiliano Pucci

Presidente Assotrattenimento2007-AS.TRO.

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