Il gioco in rosa, Taraddei (AS.TRO): "Il dinamismo del settore può aiutare a cambiare le cose"
Le quote rosa nel settore del gioco non sono tantissime, ma non mancano le eccezioni. Riportiamo l’intervista al direttore generale di AS.TRO, Silvia Taraddei, pubblicata dal quotidiano www.gioconews.it .
Anche nel mondo delle associazioni del gioco non sono molte le figure femminili. Ma ci sono piacevoli eccezioni. L’associazione europea Euromat, ad esempio, vede al suo vertice Annette Koch, e anche in Italia spunta qualche figura femminile al vertice. Un esempio è As.Tro che ha un direttore generale donna, Silvia Taraddei. “Il cosiddetto maschilismo non è certo un problema specifico del settore del gioco – afferma a Gioconews – personalmente provengo dal contesto della libera professione, dove lo stesso “ingresso” delle donne nell’avvocatura è stata una conquista storica, per non parlare, poi, dei tanti altri settori dove l’emarginazione delle donne nelle posizioni lavorative di vertice è decisamente più marcata. Nell’ambito specifico di As.tro, inoltre, la presenza femminile è sempre stata una piacevole caratterizzazione della ricerca di competenze e meriti, basta verificare la composizione del comitato direttivo e dello staff dell’associazione per appurarlo. Più che altro è l’Italia ad essere ancora un po’ arretrata, o forse impreparata a riconoscere nelle donne una risorsa autentica, e in questo senso anche il settore del gioco manifesta un tendenziale allineamento al trend nazionale, ma il dinamismo a cui il comparto è sottoposto è di aiuto anche all’erosione progressiva di tale realtà.
I vantaggi e le difficoltà di essere donna derivano da come vivi la tua realtà lavorativa, dal contesto professionale in cui operi, e quindi non è generalizzabile un discorso che evidenzi pregi e difetti assoluti della femminilità. Personalmente parto sempre dal presupposto che la donna che lavora deve poter esprimere qualcosa in più e di diverso, distinguersi insomma, rifiutare il grigiore e l’appiattimento”.
E’ stata mai oggetto di discriminazione? “La discriminazione – continua Taraddei – si manifesta sotto diverse forme ed è percepita diversamente a seconda della personale sensibilità: mi riterrei offesa se un incarico non mi venisse affidato perché troppo gravoso o complicato, ma riterrei poco intelligente accettarlo se travalica le mie competenze e capacità effettive. Sono poi dell’avviso che la discriminazione, come la prevaricazione, in assoluto, si allontana mostrandosi sicure di sè. E questa è una dote che alle donne sicuramente non manca”.
Qual è la sua esperienza nel settore del gioco? “Conosco il settore del gioco lecito per via del lavoro che svolgo in AS.TRO, e come detto prima, l’associazione che dirigo a livello amministrativo è un contesto professionale molto serio, dove non c’è molto spazio per questo genere di “arretratezze”. si guarda alle capacità, e finché riuscirò a metterle in campo sono sicura di andare incontro a soddisfazioni. Poi un inciso: annoveriamo nella nostra asociazione 5 consigliere donne che colgo l’occasione di ringraziare per il loro prezioso apporto: Erica Marfè, Simona Ungarelli, Vanessa Pellegri Angela Santerini e Barbara Forni. Senza dimenticare la Dott.ssa Angela Rossi e la Dott.ssa Eliana Salvati”.
Pensa che ci vorrebbero più quote rosa anche in questo comparto? “Sulle quote rosa mi richiamo all’opinione più volte espressa dall’onorevole Rosy Bindi: vanno inserite là dove non se ne può fare a meno, ovvero dove il contesto si manifesta poco maturo ed evoluto nel lasciare corretto spazio alle donne. Dove, invece, la competizione è libera, allora non ha senso stabilire un diritto al posto fisso, che finirebbe, senza una adeguata cultura, per favorire non il merito ma altri valori”.