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Il gioco in rosa, Taraddei (AS.TRO): "Il dinamismo del settore può aiutare a cambiare le cose"

9 Marzo 2011

Le quote rosa nel settore del gioco non sono tantissime, ma non mancano le eccezioni. Riportiamo l’intervista al direttore generale di AS.TRO, Silvia Taraddei, pubblicata dal quotidiano www.gioconews.it .
Anche nel mondo delle associazioni del gioco non sono molte le figure femminili. Ma ci sono piacevoli eccezioni. L’associazione europea Euromat, ad esempio, vede al suo vertice Annette Koch, e anche in Italia spunta qualche figura femminile al vertice. Un esempio è As.Tro che ha un direttore generale donna, Silvia Taraddei. “Il cosiddetto maschilismo non è certo un problema specifico del settore del gioco – afferma a Gioconews – personalmente provengo dal contesto della libera professione, dove lo stesso “ingresso” delle donne nell’avvocatura è stata una conquista storica, per non parlare, poi, dei tanti altri settori dove l’emarginazione delle donne nelle posizioni lavorative di vertice è decisamente più marcata. Nell’ambito specifico di As.tro, inoltre, la presenza femminile è sempre stata una piacevole caratterizzazione della ricerca di competenze e meriti, basta verificare la composizione del comitato direttivo e dello staff dell’associazione per appurarlo. Più che altro è l’Italia ad essere ancora un po’ arretrata, o forse impreparata a riconoscere nelle donne una risorsa autentica, e in questo senso anche il settore del gioco manifesta un tendenziale allineamento al trend nazionale, ma il dinamismo a cui il comparto è sottoposto è di aiuto anche all’erosione progressiva di tale realtà.
I vantaggi e le difficoltà di essere donna derivano da come vivi la tua realtà lavorativa, dal contesto professionale in cui operi, e quindi non è generalizzabile un discorso che evidenzi pregi e difetti assoluti della femminilità. Personalmente parto sempre dal presupposto che la donna che lavora deve poter esprimere qualcosa in più e di diverso, distinguersi insomma, rifiutare il grigiore e l’appiattimento”.
E’ stata mai oggetto di discriminazione? “La discriminazione – continua Taraddei – si manifesta sotto diverse forme ed è percepita diversamente a seconda della personale sensibilità: mi riterrei offesa se un incarico non mi venisse affidato perché troppo gravoso o complicato, ma riterrei poco intelligente accettarlo se travalica le mie competenze e capacità effettive. Sono poi dell’avviso che la discriminazione, come la prevaricazione, in assoluto, si allontana mostrandosi sicure di sè. E questa è una dote che alle donne sicuramente non manca”.
Qual è la sua esperienza nel settore del gioco? “Conosco il settore del gioco lecito per via del lavoro che svolgo in AS.TRO, e come detto prima, l’associazione che dirigo a livello amministrativo è un contesto professionale molto serio, dove non c’è molto spazio per questo genere di “arretratezze”. si guarda alle capacità, e finché riuscirò a metterle in campo sono sicura di andare incontro a soddisfazioni. Poi un inciso: annoveriamo nella nostra asociazione 5 consigliere donne che colgo l’occasione di ringraziare per il loro prezioso apporto: Erica Marfè, Simona Ungarelli, Vanessa Pellegri Angela Santerini e Barbara Forni. Senza dimenticare la Dott.ssa Angela Rossi e la Dott.ssa Eliana Salvati”.
Pensa che ci vorrebbero più quote rosa anche in questo comparto? “Sulle quote rosa mi richiamo all’opinione più volte espressa dall’onorevole Rosy Bindi: vanno inserite là dove non se ne può fare a meno, ovvero dove il contesto si manifesta poco maturo ed evoluto nel lasciare corretto spazio alle donne. Dove, invece, la competizione è libera, allora non ha senso stabilire un diritto al posto fisso, che finirebbe, senza una adeguata cultura, per favorire non il merito ma altri valori”.

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