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Il PREU del 2012 per gli apparecchi new slot

10 Gennaio 2012

L’anno 2012 si avvia ad essere un anno di particolare interesse.

Il punto di partenza è il decreto Direttoriale del 22 ottobre 2011, che individua l’aliquota provvisoria del PREU per il prossimo triennio: 11,80% per il 2012, 12,7% per il 2013 e 2014, 13% per il 2015.

Nessuna novità, invece, in ordine alla disciplina attinente agli scaglioni di abbattimento dell’aliquota provvisoria, la quale, pertanto, pare destinata al medesimo regime di applicazione ex post, a seguito del calcolo dell’eccedenza di raccolta rispetto alla soglia quantitativa del volume censito nel 2008. Per Marzo 2012, quindi, è atteso il decreto AAMS di definizione dell’aliquota da applicare definitivamente all’anno di imposta 2011, con relativa individuazione della percentuale di raccolta che il sistema dovrà stornare ai soggetti passivi di imposta. Non essendo ancora disponibile il dato definitivo della raccolta dell’anno 2011 non si possono effettuare calcoli esatti, ma solo una ragionevole previsione (non scientifica) circa l’aliquota PREU che potrebbe essere la risultante di un volume annuale di gioco a mezzo delle new slot di circa 29-29,5 miliardi di euro, ovvero il 12,3/12,35%.

Di fondamentale importanza è l’individuazione dei motivi per i quali si è provveduto a modificare e rendere flessibile nel tempo un dato così sensibile come l’imposizione tributaria.

Da un lato la necessità di configurare un trend di aumento di gettito erariale, dall’altro la determinazione di abbassare – con decorrenza primo gennaio 2013 – il pay out delle new slot (dal 75 al 74%), al fine di coinvolgere anche il montepremi nell’ambito dell’operazione di incremento della redditività fiscale della raccolta di gioco. L’aliquota dell’anno 2012, infatti, viene espressamente definitiva come devoluta al “finanziamento” del ricambio tecnologico che si imporrà per i proprietari delle slot, al fine di adeguare i programmi di gioco al nuovo pay out in vigore dal primo gennaio 2013.

La natura giuridica dello 0.8% di “sconto”, pertanto, non è di facile inquadramento nell’ambito dei bilanci, così come non sarà di facile risoluzione la questione attinente alla compatibilità tra percepimento dello “sconto” ed eventuale mantenimento del parco macchine con il pay out al 75%, magari concepito come strategia aziendale di incremento della fidelizzazione dell’utenza.

Sotto il profilo più strettamente politico, infine, si segnala la linearità numerica che contraddistingue la riforma introdotta dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato: il PREU scende durante l’anno in cui occorre incamerare risorse per un futuro investimento; il PREU torna ad una aliquota pressoché equivalente a quella precedente, nell’anno in cui occorre comunque dare un segnale di incremento di gettito erariale, ma alla leva fiscale si associa il “contributo” richiesto al montepremi, che scende dal 75 al 74%. Il PREU infine subisce un più robusto innalzamento in vista di un generalizzato allineamento verso l’alto della pressione tributaria tra VLT e AWP, realizzando unacondizione di mercato che dovrà portare inevitabilmente ad una seria razionalizzazione della rete distributiva, a cui si demanda l’onere di individuare, al proprio interno, quel robusto ridimensionamento dei costi che si renderà necessario per mantenere la medesima redditività.

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