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La Corte Costituzionale toglie i super poteri ai sindaci: non più ordinanze anti slot

8 Aprile 2011

Con la sentenza n.115 del 4 aprile 2011 la Corte Costituzionale limita definitivamente il potere dei sindaci, dichiarando parzialmente illegittima una norma introdotta nel luglio 2008, che consentiva di adottare “provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.

Un passo in avanti e decisamente importante per il settore delle new slot, dato che dopo questa sentenza non sarà più possibile dar seguito a quelle famose ordinanze anti-slot o limitative nei confronti degli apparecchi da intrattenimento che molte amministrazioni hanno adottato o si apprestavano ad adottare.

La sentenza, in un passaggio centrale, è molto chiara: “Sulla scorta del rilievo sopra illustrato, che cioè la norma censurata, se correttamente interpretata, non conferisce ai sindaci alcun potere di emanare ordinanze di ordinaria amministrazione in deroga a norme legislative o regolamentari vigenti, si deve concludere che non sussistono i vizi di legittimità che sono stati denunciati sulla base del contrario presupposto interpretativo”.

Il presidente Massimiliano Pucci, in un’intervista rilasciata al quotidiano specializzato Gioconews.it ha così commentato la sentenza: “Finalmente un altro piccolo passo è stato fatto per il mondo del gioco pubblico. Un risultato importante per cui ci siamo battuti in questi mesi, facendo capire alle amministrazioni comunali che bisogna concertare con le associazioni di categoria. As.Tro già lo sta facendo da mesi, con molto comuni italiani. Insomma un altro passo in avanti per il settore dell’automatico, dopo il Preu a scaglioni e l’albo dei gestori. Possiamo dire con tutta soddisfazione che questo è l’anno buono per il gestore”.

Il consulente legale di As.Tro, l’avvocato Cino Benelli, aveva più volte sottolineato la non correttezza di ordinanze di questo tipo, prevedendo un risultato come quello scaturito dalla sentenza della Corte: “Quello espresso dalla Corte Costituzionale è un principio sacrosanto e pertanto largamente condivisibile. L’ordinanza sindacale non può costituire uno strumento idoneo per la materia di cui si discute ampiamente in questi giorni nel settore del gioco e non a caso tale tesi è stata sempre sostenuta e applicata nelle situazioni in cui sono stato chiamato in causa e che hanno portato all’inevitabile accoglimento da parte dei giudici”, ha commentato l’avvocato a Gioconews.it.

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