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L'intervista esclusiva al dott. Pietro Ferrara, il nuovo portavoce As.Tro

25 Settembre 2019

Pietro Ferrara è il nuovo Portavoce di As.tro, l’associazione di gestori slot creata nel 2007 e presieduta da Massimiliano Pucci. Tanti i temi al centro dell’azione associativa, dalle tante crisi regionali alla riorganizzazione del settore, fino alla interlocuzione con la politica e le istituzioni.

Di seguito l’intervista rilasciata in esclusiva all’agenzia di stampa AgiproNews.

Ferrara, partiamo dall’attualità. Qual è la posizione di Astro sulla pesante crisi che sta investendo l’industria in Emilia Romagna?

So che può sembrare paradossale ma la crisi del settore in Emilia Romagna trae origine dalla stessa legge (la numero 5 del 2013, ndr) che si proponeva di realizzare concrete misure di prevenzione e di tutela del giocatore e della sua salute; e invece che cosa è successo? Semplice: la norma ha vietato con effetto retroattivo l’attività a tutte le sale gioco ubicate a meno di 500 metri da alcuni luoghi sensibili. Risultato: una espulsione di fatto degli esercizi che erogano, vigilano e tutelano il gioco e i giocatori legali. E non lo dico io, lo dicono i dati ufficiali che registrano una sensibile riduzione della spesa nel settore dei congegni automatici a fronte di un aumento complessivo della raccolta di gioco grazie a consistenti incrementi di altre offerte di gioco, secondo i dati del Libro blu 2018 di ADM.

In sostanza i giocatori non hanno smesso di giocare, si sono semplicemente spostati verso zone prive di leggi così restrittive o verso zone del tutto prive di leggi, e cioè nell’illegalità.

Come dicevo all’inizio, tutto ciò non è paradossale? Astro – che come sempre cerca di affrontare le cose con concretezza e spirito di collaborazione con tutti gli attori in gioco, soprattutto quelli istituzionali – ha chiesto che venisse anticipata al più presto da parte degli organi regionali competenti la stesura della relazione che la legge stessa giustamente prevede, per valutare gli effetti prodotti “sul campo” dal divieto retroattivo che la norma ha introdotto.

Speriamo bene: è un passo essenziale, è una corsa contro il tempo per evitare che aziende sane e con una buona reputazione spariscano senza colpa dal tessuto produttivo legale, senza che le finalità di prevenzione e di tutela della salute che si auspicavano vengano raggiunte.

Astro cambia pelle. In vista del Direttivo del 29 ottobre, quali sono i cardini della riorganizzazione dell’associazione?

I diamanti sono una delle tante forme sotto cui si presenta uno dei materiali più incredibili che ci sono in natura e cioè il carbonio. Ecco se penso ai prossimi passi organizzativi di Astro io immagino una casa trasparente e solida come un diamante, fondata su 4 pilastri: la lotta alla criminalità e alla illegalità, il supporto costante e competente dell’associazione agli operatori del settore a noi vicini per valori ed obiettivi, la presenza reale sul territorio di un rappresentante per regione e di una sezione specifica e infine l’istituzione di un tavolo permanente con i costruttori di prodotti.

Casa Astro è una casa aperta al confronto e alla voglia di fare, sulla strada che percorriamo insieme si trova al civico 2022, anno della gara che rivoluzionerà tutto il settore.

Noi siamo già lì.

In questo quadro di cambiamento, quale sarà il ruolo del Centro Studi?

Vogliamo che sia un punto di riferimento autorevole e qualificato per chiunque si interessi di analisi del mondo del gioco pubblico a 360 gradi. Ci siamo chiesti come dare forza alla nostra opinione e forma alla nostra esperienza e la risposta è stata unanime: che cosa meglio di un Centro studi? Per noi un contributo teorico è serio ed è efficace se si qualifica per la fattibilità e l’affidabilità del modello che propone e il nostro obiettivo è esattamente questo e sa perché? Perché ci sforziamo costantemente di perseguire obiettivi sociali ed economici sfidanti e delicati a partire dalla lotta al disturbo da gioco d’azzardo, osserviamo criticamente e cioè con metodi oggettivi di indagine gli impatti reali delle normative regionali e delle interrelazioni tra i diversi prodotti di gioco, forniamo dati e fonti attendibili, studiamo con attenzione le regolamentazioni e le “best practice” realizzate in altri paesi per imparare da chi ha fatto meglio o ha fatto prima, siamo alla ricerca continua di innovazioni tecnologiche che diano sostegno al gioco pubblico socialmente compatibile.

Dopo il positivo debutto con l’analisi sul settore delle gaming machines, come si svilupperà il rapporto con CGIA Mestre in futuro?

Lo studio commissionato alla Cgia di Mestre ha rappresentato una pietra miliare per l’analisi di tutto il settore dell’automatico. Finalmente numeri che consentono valutazioni su basi obiettive e non viziate da pregiudizi o peggio da malafede. Vogliamo continuare su questa strada e con la Cgia abbiamo pianificato i prossimi passi, uno per tutti: lavorare ad un approfondimento personalizzato e cioè dedicato ad ogni regione – la prima in ordine di tempo sarà l’Emilia-Romagna – sempre con un occhio vigile sui fattori nuovi che alimentano questo tipo di analisi e che mettano a confronto scientificamente realtà diverse, penso ad esempio alla propensione al consumo, alla spesa media per alcuni prodotti, al tasso di disoccupazione in relazione al volume di gioco. Sempre con la Cgia, stiamo per sottoscrivere un accordo di tre anni per la produzione di report e analisi – locali e nazionali – sul settore giochi.

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