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ISEE 2015: in vigore la nuova versione dal 1° gennaio 2015 ma 15 capoluoghi rimandano l’avvio a primavera

Dal 1° gennaio 2015 è in vigore il nuovo ISEE. Vediamo cosa cambia rispetto al vecchio Indicatore della Situazione Economica Equivalente e quali sono gli effetti per le famiglie. La riforma dell’ISEE è stata introdotta dal cosiddetto decreto Salva Italia (art. 5 del D.L. n.201/2011), in seguito attuata dal DPCM n. 159 del 2013, e dalla pubblicazione del DM 7 novembre 2014 di approvazione del nuovo modello di DSU, dell’attestazione e delle relative istruzioni di compilazione. Lo spirito che ha animato la riforma dell’ISEE è stato quello di migliorare l’equità sociale e rafforzare la lotta contro possibili frodi e abusi che hanno comportato una indebita fruizione di prestazioni e agevolazioni da parte di alcuni cittadini a scapito di altri maggiormente bisognosi. La nuova riforma introdotta a partire dal 1° gennaio 2015 non modifica né la definizione né la modalità di calcolo dell’ISEE, dato sempre dalla sommatoria dei redditi e di una quota, pari al 20%, del patrimonio mobiliare e immobiliare, rapportato alla composizione e alle caratteristiche del nucleo, definito nel parametro della scala di equivalenza. La nuova DSU avrà validità dal momento della presentazione fino al 15 gennaio dell’anno successivo. La presentazione avverrà principalmente mediante i CAF, i quali acquisiranno le informazioni necessarie, trasmetteranno i dati all’INPS e rilasceranno al cittadino una sorta di ricevuta di presentazione che potrà essere utilizzata per accedere alle prestazioni agevolate in attesa che venga elaborata l’attestazione ISEE. Il calcolo e il rilascio dell’attestazione ISEE saranno di esclusiva competenza dell’INPS, entro 10 giorni lavorativi, mediante consegna al cittadino via PEC, portale web o sedi territoriali dell’INPS o dei CAF se appositamente delegati. In particolare, la riforma di cui al DPCM n. 159/2013 introduce le seguenti novità: • viene ampliata la nozione di reddito, cioè il cosiddetto reddito disponibile, nel quale verranno inclusi anche somme fiscalmente esenti, redditi soggetti a imposta sostitutiva, trattamenti previdenziali e assistenziali erogati dalla pubblica amministrazione. I redditi e le altre indennità saranno sempre riferiti al secondo anno solare precedente la presentazione della DSU; • la composizione del nucleo familiare, definita sulla base della famiglia anagrafica, viene integrata dai soli figli maggiorenni non conviventi a carico ai fini IRPEF, ferme restando le regole su coniugi e minori; • viene maggiormente valorizzata la componente patrimoniale; gli immobili situati in Italia saranno valorizzati sulla base dell’IMU e quelli esteri sulla base dell’IVIE, con la possibilità per l’abitazione del nucleo di cumulare la franchigia di legge con il mutuo residuo. Nel caso di conti correnti e depositi bancari e postali, oltre al saldo al 31 dicembre anno precedente, il cittadino dovrà dare indicazione anche del valore della giacenza media; • vengono prese in considerazione le caratteristiche dei nuclei familiari con carichi particolarmente gravosi, come le famiglie numerose (con tre o più figli) e quelle con persone con disabilità; • viene limitata l’autonomia “discrezionale” degli enti erogatori di definire nuovi parametri, i cosiddetti ISEE – prestazioni: la nuova disciplina determina diversi indicatori ISEE sulla base delle specifiche prestazioni richieste, delle caratteristiche del richiedente e del suo nucleo. In tal caso si parla di ISEE ordinario, ISEE Università, ISEE per Minori, ISEE per prestazioni sociosanitarie; • si riduce l’area dell’autodichiarazione, rafforzando i controlli mediante l’incrocio con le diverse Banche Dati fiscali e contributive e riducendo i casi di accesso indebito alle prestazioni agevolate; • viene istituito il cosiddetto “ISEE corrente“, riferito cioè ad un periodo di tempo più ravvicinato, in caso di variazioni (in negativo) superiori al 25% dell’indicatore della situazione reddituale dovute a cambiamenti della situazione lavorativa intervenuti nei 18 mesi precedenti per uno dei componenti del nucleo. Nell’ambito di tali novità sono tuttavia quindici i capoluoghi che hanno deciso di rinviare alla prossima primavera la determinazione delle nuove soglie del riccometro 2015, l’Indicatore della situazione economica equivalente. Nella prospettiva di giungere a dati certi sulle soglie di esenzione su cui verteranno le nuove dichiarazioni, le 15 principali città italiane, Ancona, l'Aquila, Aosta, Bari, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Perugia, Trieste, Trento e Venezia hanno preferito non decidere. Sembra che la decisione sia alla base di una strategia per andare incontro alle esigenze dei cittadini. I capoluoghi sopra citati stanno infatti aspettando di ricevere la prima partita di nuove dichiarazioni che dovrebbero arrivare entro la fine del mese e che secondo le nuove direttive risulterebbero più alte. Una volta capito in che modo e in che rapporto i nuovi standard programmati faranno salire i valori per ciascun nucleo familiare, i comuni potranno di conseguenza stabilire le soglie e gli scaglioni intermedi. Intanto si utilizzeranno le vecchie soglie cercando così di non penalizzare coloro che fino ad oggi hanno usufruito di determinate esenzioni o agevolazioni. Tuttavia, il risvolto di tale strategia è che le stesse famiglie non potranno conoscere in quale scaglione potrebbero rientrare o di quale agevolazione potrebbero avvalersi. Un altro problema che aiuta a peggiorare la situazione riguarda la presentazione del nuovo Isee. Ad oggi, infatti, manca ancora la convenzione tra i CAF e l’Inps. La firma dell’accordo dovrà riconoscere maggiori compensi ai centri di assistenza fiscale, in quanto il nuovo riccometro, che introduce regole più stringenti e severe per poter chiedere le prestazioni assistenziali, richiederà calcoli più complicati. L’ottica dei Centri assistenza fiscale è quella di raggiungere una convenzione che preveda dei compensi per l’Isee in base al nucleo familiare (un componente 8 euro, da due a cinque 10,80 euro, da cinque in su 13,20 euro), così come è stato spiegato da Valeriano Canepari, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf. Tuttavia nello scenario descritto, alcuni comuni sono riusciti a fare qualche passo in avanti. Il comune di Milano, ad esempio, alcuni giorni fa ha emanato una comunicazione nella quale illustrava che, considerata la prossima sistemazione degli scaglioni intermedi, le soglie Isee per l'assistenza domiciliare alle persone anziane e per le persone con disabilità saranno stabilite in: - 10.000 euro: chi rimarrà al di sotto di tale importo potrà godere del servizio gratuito; - 30.000 euro: chi supererà tale importo dovrà spesare totalmente il servizio. - Per i nuclei familiari, invece, con la presenza di minori, le soglie previste saliranno: da una base di 20 mila euro a un massimo di 40 mila euro. - Palermo, invece, ha stabilito una copertura di 25.000 euro per l'assegno per i nuclei familiari con tre figli minori. - Solo Roma, Potenza e Torino hanno già deliberato.

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