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Preu 2010 al 12,062%: lo storno dello 0.538% della raccolta fa vincere il gioco lecito

14 Marzo 2011

Tra i dati provvisori e i dati definitivi (a consuntivo) vi è sempre una differenza determinata dalla necessità del sistema contabile di verificare quanto preu forfetario provvisoriamente liquidato debba poi essere considerato applicabile in concreto. Questa differenza, unita all’intrinseco scostamento temporale tra il momento del censimento mensile della raccolta su base nazionale, e l’effettivo spirare della mensilità, ha generato il risultato che oggi siamo chiamati a rappresentare in termini più positivi rispetto alle previsioni (12,14 -12,15%) che il centro studi di AS.TRO aveva formulato sulla base delle rilevazioni provvisorie rese note dall’ufficio stampa di AAMS.

Lo storno dello 0, 538 % del volume della raccolta significa, in termini politici, che il prelievo erariale sul gioco si è attestato su livelli assimilabili a quelli del 2007, ovvero impone di considerare che il gioco pubblico è stato sottoposto ad un trattamento tributario molto complesso, ma che ha reso possibile (pur con evidenti fattori di criticità e di non perfetta equità), di ritrovarsi nel 2011 con una prospettiva di prelievo assimilabile a quella del 2007.

Ogni milione di “coin-in”, rappresenta 5.380 euro di storno, e non servono sofisticate capacità di analisi per comprendere che i reali beneficiari di tale “emergenza attiva” siano le organizzazioni imprenditoriali strutturate ed evolute, in grado di realizzare (già in pendenza dell’aliquota provvisoria del 12,60%), una redditività aziendale dello 0,7-1,1% rispetto al coin – in, ovvero quelle realtà che non attuano politiche di “acquisto” dell’espansione del parco macchine e che abbattono i costi degli errori amministrativi sanzionabili e del malfunzionamento degli apparecchi, attraverso la professionalità interna e l’oculatezza commerciale. Queste aziende stanno per incassare il “dividendo” per il lavoro svolto nel 2010, e si aspettano dalla loro rappresentanza azioni idonee a mantenere questa realtà, e sicuramente non chiedono l’allestimento di proteste e scioperi.

Nel gioco pubblico non ci sono certezze, ma ci sono aspettative fondate su dati concreti e reali.

Ad AS.TRO si è spesso contestato di concentrarsi “troppo” sulla lotta all’illegalità, e di riporre “troppo” affidamento su quella legge a scaglioni di abbattimento progressivo dell’aliquota erariale, ottenuta a seguito di una agitazione di categoria condotta con uno “stile” e un rispetto istituzionale del valore del confronto, che non è stato certamente universalmente condiviso e appoggiato.

Il dato che oggi si commenta numericamente, invece, attesta il successo politico di un modo di fare rappresentanza associativa, secondo uno standard operativo che adesso è incardinato dell’Area Gioco e Intrattenimento di Confindustria s.i.t..

Gli oppositori della svolta industriale del settore sono gli stessi che nel dicembre 2008 non appoggiarono la battaglia di AS.TRO, che nel gennaio del 2009 non si riconobbero nella legge a scaglioni, e che per tutto il 2010 hanno contrastato l’idea che fosse l’impegno per la legalità l’elemento di centrale importanza per la redditività del comparto.

Costoro propongono anche oggi ai gestori di scioperare, senza neppure essere consapevoli di esporli a quel pubblico ludibrio che inesorabilmente suscita una protesta sollevata da chi si trova in condizioni migliori di altre imprese (tartassate da tasse che impongono il ricorso agli ammortizzatori sociali), unitamente al rischio di vedere depotenziato quel quotidiano impegno politico di rappresentanza del gioco lecito che ha dimostrato di saper ottenere quello che serve agli operatori.

Oggi AS.TRO afferma che la tutela di “questo volume di raccolta” (che consente “questo PREU”), va difeso in due modi, invitando i gestori a comprenderne il significato e a sostenere l’Associazione per il loro perseguimento:

Intensificazione della lotta all’illegalità e a tutte le forme di raccolta di gioco non regolare;

Adeguamento della normativa sul contingentamento alle effettive esigenze di installazione di apparecchi in regime di remuneratività.

Da un punto di vista “numerico”, poi, è evidente che solo la complementarietà tra VLT e AWP potrà consentire lo sviluppo dei terminali di gioco, senza intaccamento significativo della raccolta da parte delle awp. Anche sotto questo fronte AS.TRO ha condotto una politica di attenzionamento, approvata e sostenuta da quelle realtà “evolute”, consapevoli della necessità di difendere la slot attualmente in esercizio, anche in un mercato in cui la VLT sta consolidando le sue performance.

Un ringraziamento sentito va pertanto rivolto a tutti i componenti del consiglio Direttivo, grazie ai quali chiarezza di linea politica e rispettivo sostentamento sono quotidianamente garantiti.

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