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PREU sulle Awp: il verdetto a luglio, ma intanto si alza il “rumore dei nemici del gioco lecito”

22 Giugno 2010

La nuova prassi Parlamentare che caratterizza il processo legislativo si incentra sul voto di fiducia espresso su un testo riassuntivo delle posizioni politiche della Maggioranza, speditamente approvabile in considerazione dei numeri caratterizzanti la composizione delle Camere.
Anche la manovra finanziaria d’estate, quella che dovrebbe (solo) migliorare i conti pubblici attinenti il fabbisogno di spesa della P.A., seguirà questo percorso, e ciò rinvia il verdetto sul “PREU” al momento della blindatura del c.d. maxi-emendamento, ovvero la revisione finale del testo della manovra economica all’esito delle compensazioni di interessi e valutazioni operate dalla Maggioranza.
Nel frattempo” il gioco” si rende protagonista di “tiri incrociati”, ovvero terra di regolamento di conti all’interno delle forze politiche di maggioranza.
Da un lato, si chiede una preliminare applicazione del federalismo in chiave di devoluzione alle polizie municipali degli aggi sulle sanzioni applicate ai contravventori delle norme sul gioco lecito.
Dall’altro lato si persevera a chiamare evasione fiscale quella relativa alla procedura pendente avanti la Corte dei Conti (che comunque in quanto “procedura pendente” dovrebbe far supporre anche ai neofiti la necessità di attendere una sentenza prima di richiedere una riscossione forzata di un “petitum” di causa).
A ciò si aggiunge che il denominatore comune di tutte queste “idee” è individuato nella contrapposizione tra “sacrifici agli italiani” e “tassazione del gioco”, come se gli operatori concessionari di Stato e di filiera provenissero da Marte e occupassero maestranze aliene; come se non bastasse, le amministrazioni locali vessate dai tagli Governativi individuano nei “generi di monopolio” l’obiettivo “politico” a mezzo del quale ripagare con la stessa moneta quello Stato Centrale che decurta i trasferimenti di risorse agli Enti locali dalla facile spesa (“ci tagli i fondi e noi ti “tagliamo le new slot”, con buona pace della logica che dovrebbe far capire che al calar dei 3 miliardi di PREU garantiti dalle awp seguiranno nuovi ed ulteriori “tagli”).
E’ chiaro che nel “panico generale”, in cui solo il ministro del MEF pare avere chiare (ma riservate) idee, ci sta tutto e il contrario di tutto. Il gioco tuttavia, ancora si presta bene a fungere da capro espiatorio visto che fa sempre “chic” parlar male (ad esempio) delle “mangiasoldi” e dei “grattini malefici”, propugnando la sacralità del lavoro e dei boni mores.
Il settore deve pertanto imparare a decifrare questo panorama, iniziando a fornire elementi di giudizio di spiccata traducibilità “politica”:
–    numero aziende di gestione: oltre 2.000
–    numero addetti delle aziende occupati nel ramo della sola raccolta delle monete: oltre 7.000
–    numero addetti complessivi di comparto: oltre 12.000
–    numero aziende di costruzione: 77 solo tra le iscritte alle rappresentanze di settore,oltre le aziende dell’indotto (lavorazione ferro, produzione e lavorazione componentistiche),
–    numero occupati nel comparto: oltre 710, oltre a quelli dell’indotto
–    numero di punti di gioco: oltre 100.000, di cui 33.000 pubblici esercizi il cui registro corrispettivi individua nei compensi esenti iva (cioè le slot) un importo superiore alla ordinaria mescita di bevande e cibi.

–    Numero concessionari di rete: 10
–    Addetti dei concessionari: oltre 800
–    totale nuclei familiari italiani che vivono del (e solo del) circuito gioco – lecito, comparto apparecchi da gioco lecito : oltre 52.000.

A ciò si aggiungono i concessionari, gli addetti, i punti distributivi di tutti gli altri prodotti del portafoglio pubblico di gestione dei servizi di gioco lecito, pari ad almeno altri 12.000 nuclei familiari. Chiunque voglia continuare a denigrare il gioco – lecito (senza peraltro prodigarsi per sconfiggere quello illegale) sappia che i suoi “strali” non sono diretti “ai marziani” ma a centinaia di migliaia di italiani lavoratori del nord, del centro, del sud.

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