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Rappresentanze di categorie e Enti Locali: L’importanza di un confronto costante

14 Settembre 2010

Tra GIOCO LECITO ed Enti Locali si può creare un virtuoso rapporto di collaborazione, ma soprattutto si può creare l’occasione per superare alcune criticità che attualmente connotano un intreccio normativo che si sta rivelando poco virtuoso.
In Breve.
Il Gioco Lecito è disciplinato da una corpus normativo che fa capo alla legislazione primaria e alla integrazione regolamentare dell’Amministrazione Finanziaria (AAMS), appositamente individuata come esclusiva fonte integratrice dei precetti legislativi, nonché Autorità Fiscale per tutti i profili attinenti la liquidazione e la riscossione dei tributi connessi all’esercizio del Gioco Lecito. Il commercio, invece, è caratterizzato da una riserva costituzionale che affida agli Enti Locali la competenza esclusiva alla relativa disciplina, discendendo da ciò la situazione in virtù della quale tutto il gioco che si svolge all’interno di locali caratterizzati da licenza ex articolo 86 TULPS risente delle politiche amministrative sui pubblici esercizi.
Dal 2004 ad oggi il Gioco Lecito si è evoluto senza che si creassero i presupposti per integrare gli Enti Locali nel processo di sviluppo della distribuzione dei prodotti di gioco, dimenticando che la dimensione che il comparto ha raggiunto in Italia è proprio dovuta alla possibilità di offrire gioco pubblico anche in locali non dedicati esclusivamente alla vendita di prodotti di “monopolio”, ovvero al superamento di una logica che in altri Paesi ha trionfato, tesa all’addensamento del gioco solo in pochi locali “dedicati”.
Le Associazioni aderenti all’Area Gioco e Intrattenimento di Confindustria s.i.t., costituiscono, in tale scenario, il criterio di collegamento tra gli Enti Locali e il “mondo istituzionale del gioco lecito”, potendo superare l’arretratezza normativa attraverso gli strumenti della politica.
L’esperienza di Padova, e prima ancora quella di Empoli, infatti, ha reso evidente tre ordini di realtà:
1. L’Ente Locale deve gestire l’impatto amministrativo e sociale del Gioco “statale” con proprie risorse ordinarie, senza che i proventi erariali della raccolta di gioco contemplino una devoluzione periferica a ripianamento di tali costi.
2. L’Ente locale deve interpretare delle normative statali che “creano” nuovi rapporti di prevalenza economica tra le potenziali attività di un pubblico esercizio, senza nessuna possibilità di armonizzare la propria disciplina del commercio con le esigenze del settore;
3. Gli operatori finiscono spesso per trovarsi tra l’incudine (gli investimenti effettuati sul presupposto di poter esercitare determinate forme di attività) e il martello (la “reazione” amministrativa degli Enti Locali che, inevitabilmente, finiscono per privilegiare la “limitazione” di fenomeni che rischiano di trasformarsi in costi).
In tale contesto il dialogo istituzionale rischia di caratterizzarsi per la reciproca “sordità” alle esigenze di entrambi (Stato e Ente Locale). Il settore, quindi, ha dovuto trovare una “propria” strada e un proprio canale di confronto, mettendo sul tavolo del dialogo con gli Enti Locali quello che una Industria “sana” può offrire al territorio, ovvero la collaborazione ad abbattere l’impatto sociale /ambientale che tutte le industrie fisiologicamente producono. Se si parlasse di prodotti chimici i termini del discorso si tradurrebbero in “depuratori e bonifiche ambientali”, trattandosi di gioco, invece, la collaborazione degli operatori consiste in attività più impegnative che richiedono la comprensione delle singole criticità territoriali, che di volta in volta possono tradursi in episodi di gioco eccessivo, assenteismo scolastico, malcontento della cittadinanza, snaturamento della condizione di alcuni esercizi pubblici, proliferazione di circoli privati a predominante attitudine commerciale.
Area Gioco e Intrattenimento ha quindi deciso di porsi al cospetto di questi fenomeni con un approccio innovativo. Forte del fatto che tutte le “espressioni” del “gioco a terra” trovano rappresentanza nell’area di interesse di Confindustria S.I.T., unitamente alla disponibilità dell’Amministrazione a supervisionare le modalità collaborative che di volta in volta si individuano, il settore può finalmente proporre soluzioni di “sistema”, ovvero condotte tendenzialmente uniformi e uniformanti rispetto agli obiettivi che l’Ente Locale si propone di perseguire.
Cosa ci guadagna il settore ? relegare e isolare le campagne strumentali anti – gioco che finiscono solo per agevolare la concorrenza sleale del gioco illegale, imponendo che le problematiche siano trattate senza il ricorso all’ideologia ma solo su basi concrete e con l’utilizzo di soluzioni collimanti con gli obiettivi Istituzionali dell’Amministrazione.

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