Rivendita generi di monopolio e rispetto delle norme sui giochi pubblici: revoca della autorizzazione per i contravventori

A volte la normativa non è chiara, ma alla lacunosità del Legislatore supplisce la chiarezza di scopi dell’Amministrazione. E’ il caso del nuovo capitolato d’oneri recentemente approvato, a cui le rivendite di generi di monopoli devono soggiacere per mantenere l’autorizzazione alla rivendita.
L’articolo 16 prevede, infatti, la revoca come conseguenza della violazione di norme in materia di gioco pubblico.
La disposizione ha valore “convenzionale”, in quanto attiene al rapporto Amministrazione Concedente – Rivenditore, ma esplica un effetto pratico di incisività addirittura maggiore rispetto ad una norma sanzionatoria espressa, in quanto attiene alla stessa esistenza dei presupposti per l’esercizio dell’attività.
Come noto, infatti, le mere rivendite di generi di monopoli non sono titolari di una licenza di p.s., quale quella di cui all’articolo 86 TULPS, con ciò determinando un dis-allineamento tra pubblici esercizi e tabaccai, sotto il profilo delle conseguenze accessorie derivanti dalla violazione delle normative sul gioco pubblico.
A tale “allineamento” ha provveduto l’ultimo capoverso dell’articolo 16, rubricato “divieti speciali”, in cui di dispone “è possibile in ogni caso procedere alla revoca anche per la prima violazione qualora riguardi una legge che comporti una sanzione penale o amministrativa in materia di giochi. La revoca immediata è comunque disposta nei casi di rinvio a giudizio per i reati di esercizio abusivo di gioco riservato allo Stato, esercizio del gioco d’azzardo, esercizio abusivo di gioco non d’azzardo e comunque attività che comportino l’utilizzo di apparecchi o congegni non conformi alla vigente normativa”.
Il “passo avanti” verso una sempre più incisiva tutela della legalità nel comparto è evidente, come è chiara la determinazione dell’Amministrazione a stringere le maglie del sistema pubblico di controllo sul gioco pubblico.