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“Un gioco buono per il territorio”: il progetto AS.TRO “su misura” per il gestore

27 Settembre 2016

Pensare di ridurre il gioco, senza rinunciare ai livelli attuali di gettito è impossibile. A ciò si aggiunge che ogni ipotesi di “riduzione coatta” di un prodotto affidato in concessione con determinate regole distributive, finisce per “impattare” sulla tenuta “legale” del rapporto concessorio “modificato in corso l’opera”. Da qui, “lo stallo” in conferenza stato-regioni-enti locali.

Tutto potrebbe allora essere “rinviato” alla nuova concessione (anno 2022), con l’effetto di “lasciare al proprio destino” (leggasi espulsione dai Territori), tutte quelle porzioni di rete generalista e dedicata che – col passare del tempo – dovessero:

  • cambiare gestione (dell’attività o delle rete telematica),

  • superare il quinquennio di vigenza della rispettiva autorizzazione, rispetto all’Entrata in vigore delle leggi regionali.

Ciò porterebbe ad un impatto erariale, che, per il 2017, si limiterebbe al solo PREU raccolto in Liguria dopo il 25 aprile 2017 (circa 200 milioni di euro), unitamente al “rinvio del bando” (aggiustamento contabile). “A regime”, tuttavia, il peso dell’inerzia sul gettito si proporrebbe con cifre più importanti, ed è quindi verosimile che sia il 2018 l’anno entro il quale si saprà “il vero destino” degli apparecchi da gioco lecito. Nel 2019, infatti, le 266.000 AWP REMOTE (già legislativamente fissate) potrebbero trovare una “allocazione più discreta” in un lotto di location ridotto, ma idoneo alla copertura del Territorio, senza dover incidere sui rapporti concessori, ma semplicemente “aggiustando” i meccanismi commerciali (leggasi eliminazione del gestore e agio fisso al punto vendita, all’interno di un ridotto margine tra minimo e massimo).

Se “il mancato accordo Stato-Enti Locali” significa rinvio di una soluzione di espulsione formale del gestore, ma lenta agonia sino al 2018, “come usare” il tempo a disposizione è una scelta industriale fondamentale per la categoria dei “proprietari di awp”.

L’approccio di AS.TRO, resta industriale, e denunciando l’impatto della pretesa erariale sui livelli qualitativi della distribuzione di gioco terrestre, propone “Comune per Comune”, dalle città grandi ai piccoli Paesi di realizzare subito un “nuovo gioco” direttamente concordato tra rappresentanza imprenditoriale e Istituzioni Locali.

Lo scopo del progetto è far conoscere ai Sindaci l’esistenza di un “nuovo gioco” che solo i gestori (o quanto meno molti di essi) possono allestire, e nei confronti dei quali non vi è ragione di adottare “restrizioni severe agli orari e alla distribuzione”.

Perché solo i gestori ?

Perché solo il gestore ha interesse a disinnescare subito il “conflitto” tra Stato ed Enti Locali, per recuperare nel suo Territorio una dimensione di imprenditore “accettato”, che gli consenta di presentarsi, nel 2018, come operatore artefice di un “modello di installazione/gestione delle AWP” già “concordato” con i Comuni. Saranno quindi i Comuni ad adoperarsi per mantenerlo in quanto il gioco si sarà ridotto-riqualificato-professionalizzato, in termini “sostenibili” per le aziende di gestione, ma con parametri difficilmente esportabili ad altri modelli aziendali.

Alcuni Comuni hanno già accettato “la proposta”, e altri 100 la stanno valutando dopo averla ricevuta: AS.TRO raggiungerà, una “percentuale” di Municipalità che ci auguriamo si riveli sufficiente, ma la forza che gli associati conferiranno alla propria categoria potrà elevare detta percentuale.

Provare a vincere “da imprenditori”, è sempre meglio che investire gli ultimi risparmi per “ritornare” artigiani di quella “macchinetta”, che pretende di incassare come una slot, ma di chiamarsi “videogioco o altro”.

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