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Versamento Preu con F24 da parte dei gestori. Ma con quale cadenze/scadenze?

5 Aprile 2012

Una delle riforme che “potrebbero” essere introdotte nel sistema amministrativo del comparto slot (l’f24 pagato dal gestore) rischia di essere il più grande boomerang della storia del gestore.
Innanzitutto il “condizionale” è d’obbligo, posto che il Provvedimento Governativo prevede solo la facoltà per AAMS di allestire questo percorso di rinnovamento nell’ambito della riscossione del PREU, ma soprattutto è doverosa una precisazione storica e di contesto.
La c.d. battaglia per il “preu versato dai gestori”, risale all’epoca in cui il noleggiatore era un fantasma giuridico, non riconosciuto se non come soggetto cui applicare in solido (prima) e autonomamente (poi) le sanzioni di cui all’articolo 110 tulps.
Ora che il gestore è operatore riconosciuto per le sue due peculiarità (proprietà di macchine e funzione di raccolta incassi sulle stesse), salutare favorevolmente l’assunzione dell’obbligazione tributaria pur senza essere il soggetto passivo di imposta sarebbe atto di follia pura.
A chi la memoria fa difetto, inoltre, si rammenta che l’F24 al gestore andava di pari passo con la titolarità del nulla osta di messa in esercizio, ovvero con il riconoscimento giuridico di una attività che altrimenti doveva esaurirsi nel mero servizio di portavalori
Attualmente, infatti, i Concessionari hanno una cadenza di liquidazione e corresponsione del PREU, che diventa sostenibile attraverso una devoluzione “verso il basso” di maggior frequenza di esazione. In parole povere, il Concessionario può versare il PREU se il gestore lo consegna prima, e quest’ultimo può farlo se, a sua volta, l’esercente ha già messo a disposizione il residuo di gioco al raccoglitore.
L’alterazione di questo meccanismo, pertanto, rimette in discussione la cadenza di riscossione, ma soprattutto la tempistica di pagamento in rapporto a quella di esazione presso il punto vendita, luogo in cui il volume di gioco viene generato, custodito, a volte smarrito, a volte rubato, a volte non messo a disposizione del gestore.
Tale riforma, quindi, diventa sostenibile solo nel momento in cui tutti gli esercenti siano privati delle chiavi degli apparecchi, obbligatoriamente dotati di assicurazione propria per i furti interni dei locali, e “cancellabili” dall’albo AAMS non più su sola denuncia del Concessionario che ne contesti la indebita appropriazione del residuo di gioco, ma anche su segnalazione del gestore stesso.
In realtà tale riforma va “letta” nell’ambito del percorso di “razionalizzazione – ri-dimensionamento” che l’attuale Governo sta adottando nei confronti del sistema gioco lecito, laddove un apparato telematico – erariale (la pagina dove si vedono gli f24 pagati) può diventare sostitutivo dell’intero asset di filiera.
L’F24 al gestore, quindi, va visto come manovra preparatoria di un futuro f24 al punto vendita (molto meno numerosi di adesso, sottoposti alla licenza di cui all’88 tulps, e a una fideiussione similare a quella prevista per i lottisti), dotato  solo ed esclusivamente di terminali di gioco multifunzione a unica piattaforma collocata in SOGEI, messi direttamente a disposizione da un mero mono-mandatario della sola distribuzione – installazione – manutenzione tecnica.
Nelle attività economiche facenti capo allo Stato, il virus del “monopolismo” e della “nazionalizzazione” è sempre in agguato, se non dotato degli anticorpi necessari. Il clima che si sta creando attorno all’industria del gioco lecito è quindi il “contesto patologico”, che si vuole assumere a scusante per eliminare l’attuale realtà industriale  di filiera del gioco lecito, riconducendo il fenomeno a quelle realtà di cui lo Stato non può fare a meno di occuparsi, ma di cui può permettersi di offrire al pubblico il suo prodotto, in contemporanea alla dissuasione a farlo (esattamente come il fumo).
L’insidiosità attraverso la quale questo percorso sta avanzando, dovrebbe pertanto suggerire una partecipazione politica degli operatori che prescinda da come “fare un posto” o “non perdere un posto” (o da come vendere una macchina), quanto piuttosto a come dotare i propri organismi rappresentativi di una forza di reazione idonea a contrastare, adesso, la futura scomparsa del gioco lecito, in un momento in cui la raccolta erariale di tale prodotto è ancora sugli attuali livelli.

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