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Vlt: ma esiste veramente una sfera di cristallo che può rivelare il futuro del settore?

11 Marzo 2010

Recentemente sono apparse notizie rassicuranti sul futuro delle VLT, o, per meglio dire, si è veicolato come “imminente” il diradarsi delle nebbie che ancora avvolge l’avvio dello start up sulle VLT.
Una grande palla di cristallo, infatti, sta per rivelare i “segreti” delle VLT, la “filosofia” dell’Amministrazione su questi nuovi prodotti di gioco, le “strategie” per entrare in questo nuovo business in modo vincente.
E dire che il “povero” Centro Studi – AS.TRO si era fermato a censire

  • come “filosofia” di A.A.M.S. l’attuazione di una legge dello Stato attraverso un decreto Dirigenziale e attraverso la ordinaria attività di approccio tecnico alle problematiche connesse alla realizzazione delle soluzioni normative approntate,
  • come “strategie” industriali quelle pratiche commerciali e tecnologiche in grado di realizzare quanto richiesto dalle norme,
  • come “segreti” delle VLT gli ordinari margini di “aleatorietà” che contraddistinguono lo start up di un prodotto così complesso come il gioco da remoto.

AS.TRO ritiene che non esista una sfera di cristallo dalla quale vedere lo scenario futuro sul mercato dei giochi, ed in particolare sull’andamento degli apparecchi AWP e VLT.
In particolare non si crede che nessuno possa oggi raccontare come migliaia di Comuni, e centinaia di Questori si comporteranno nell’ambito del disbrigo delle relative incombenze burocratiche sull’allestimento delle nuove sale dedicate al gioco pubblico, ovvero sulla conversione delle attuali sale – giochi a esercizi ospitanti anche le VLT.
Se così stanno le cose, il dato che si impone all’attenzione degli operatori è l’attuale persistente impossibilità di disegnare il futuro scenario di esercizio delle VLT, sia in termini territoriali specifici, sia in termini quantitativi assoluti.
Ma c’è di più: se la c.d. filiera AWP si contraddistingue per un equivoco di fondo, ovvero il mancato riconoscimento del gestore in chiave di operatore di gioco giuridicamente definito e portatore di diritti (e non solo di attribuzioni oggettive di responsabilità), la filiera VLT non è ancora neppure astrattamente definibile. In breve: se nel campo delle AWP la chiarezza della prassi commerciale ha determinato uno schema consolidato che ha reso possibile una autodeterminazione del mercato rispetto all’Ordinamento Giuridico, nel campo delle VLT le entità non – normate sono talmente tante e talmente significative che lo start up del prodotto dovrà essere funzionale anche per l’individuazione dei correttivi regolamentari che dovranno essere approntati. Per esemplificare ancora di più, basta fornire un dato che tutti possono conoscere: la quasi totalità dei concessionari usa piattaforme di gioco da remoto “in affitto”, generando un elemento di filiera che le norme oggi non prevedono, ovvero il fornitore della piattaforma, il manutentore della stessa, il responsabile dell’aggiornamento della stessa.
Per questo motivo AS.TRO ritiene che il vero e unico modo per accedere al mondo delle VLT sia quello di accedere ai soli atti ufficiali dell’Amministrazione, aggiornare le proprie conoscenze sulle prassi dei Comuni e dei Questori, censire le soluzioni contrattuali predisposte da tutti (e si ribadisce tutti) i Concessionari, interfacciando queste notizie con i dati che i fornitori di piattaforme riterranno di dare (o non dare) ai Centri Studi delle Associazioni e alla stampa specialistica di settore.
Il tutto, poi, va sottoposto ad una consulenza specialistica sui costi e sulla compatibilità di certe operazioni alle dimensioni aziendali specifiche.
In questo modo si fa impresa, in altri modi si “scommette”, e come dice l’antico adagio, chi vende gambling non dovrebbe “farne uso”.

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