Nel corso di questi anni è cresciuta in noi la consapevolezza di quanto il dibattito pubblico sul gioco
risulti spesso improvvisato ed influenzato dalle logiche di parte che, di volta in volta, ispirano i
diversi protagonisti che lo animano.
Coloro che, rispetto a questo tema, intendono invece mantenere un atteggiamento neutrale,
mosso soltanto dall’esigenza di conoscere e approfondire prima di assumere una posizione (e, a
seconda dei ruoli, un’eventuale decisione), scontano, infatti, la totale assenza di dati certi
riguardanti il settore del gioco e i fenomeni ad esso correlati.
Proprio sulla base di questa consapevolezza, maturammo, nel 2019, l’idea di avviare una
collaborazione continuativa con CGIA Mestre, da cui è scaturita la decisione di pubblicare quel
Report annuale - sui dati riguardanti la reale dimensione economica, fiscale ed occupazionale del
comparto del gioco lecito – il cui evento di presentazione rappresenta ormai un appuntamento
fisso per tutti gli stakeholder del settore.
Da qualsiasi ruolo, o punto di vista, si partecipi al confronto pubblico sul gioco lecito, ciò che, però,
continua a rappresentare la lacuna conoscitiva maggiormente svilente per qualsiasi tentativo di
confronto serio e costruttivo è rappresentata dall’assenza di dati ufficiali sul numero complessivo,
riferito all’intero territorio nazionale, delle persone in cura per dipendenza da gioco presso i servizi
sanitari dedicati.
Le conseguenze negative di tale inspiegabile assenza si stanno ancor più percependo nel
confronto politico in atto attorno al processo di riordino dell’intero settore del gioco lecito, ove -
come è normale che sia- il tema più controverso riguarda l’entità e la natura di quelli che
dovrebbero essere gli strumenti normativi finalizzati alla prevenzione dei fenomeni di dipendenza
legati al gioco. Se, infatti, emergesse che il numero dei malati corrisponde effettivamente a quello
indicato (senza alcun riscontro oggettivo) da alcuni noti “esperti”, appartenenti alla schiera di coloro
che si battono per lo smantellamento del sistema del gioco legale (i quali parlano addirittura di
alcuni milioni di malati), diverrebbe doveroso prendere seriamente in considerazione l’opzione da
loro auspicata, anziché districarsi nel tentativo di arginare il fenomeno attraverso accorgimenti
normativi.
Sebbene il dato riguardante il numero dei pazienti in cura non sveli la reale dimensione del
fenomeno (non tutti i malati, infatti, decidono di curarsi) è altrettanto certo che qualsiasi analisi che
ambisca ad offrirne una stima non possa prescindere dalla conoscenza di questo dato, in assenza
del quale ogni decisione resterebbe ancorata soltanto alle proiezioni visionarie, fondate su analisi
percettive, che gli “esperti” di turno mettono a disposizione dei rispettivi interlocutori politici.
Ci siamo perciò convinti che, avvalendoci degli strumenti messici a disposizione dall’ordinamento e
del nostro ruolo di corpo intermedio, avremmo potuto contribuire a colmare questa grave lacuna.
Già da alcuni giorni abbiamo quindi iniziato ad inviare istanze di accesso civico generalizzato a
tutte le Aziende sanitarie presenti sul territorio nazionale, al fine di conoscere il numero dei pazienti
in cura, per dipendenza da gioco, nei rispettivi territori di competenza.
Lo scopo è quello di creare una banca dati, basata su numeri reali, la cui utilità non sarà soltanto a
beneficio degli operatori del settore, delle associazioni del terzo settore impegnate nella lotta ai
fenomeni di dipendenza, degli enti di ricerca e dei decisori politici ma anche della stessa opinione
pubblica, la quale merita di arricchirsi della conoscenza dei dati riguardanti le tematiche che
contrassegnano il dibattito pubblico.
Questa iniziativa, insieme alla menzionata collaborazione con CGIA Mestre e alla già avviata
attività di raccolta di tutte le normative regionali e comunali in materia di gioco lecito, si inserisce in
quel percorso, intrapreso da alcuni anni dalla nostra associazione, a cui ora intendiamo dare
continuità ed organicità, al fine di dar vita ad una vera o propria “data room”, la cui creazione possa
beneficiare dell’apporto di un team composto dai consulenti stabili dell’associazione e da una serie
di collaboratori esterni, individuati sulla base degli specifici ambiti di ricerca su cui, di volta in volta,
intenderemo concentrarci.
Da lunedì 20 gennaio 2025 partiremo, quindi, con la pubblicazione di un bollettino settimanale
riguardante i dati sul numero dei pazienti affetti da GAP, presi in carico dalle Aziende Sanitarie che,
di volta in volta, ci forniranno i dati da noi richiesti.
Inizieremo con i dati fornitici dalla Azienda USL Toscana Nord-Ovest che comprende 101 comuni,
tra i quali Pisa, Livorno, Lucca, Massa, Carrara e l’intera Isola d’Elba.